“Quello che le donne non dicono” è passata alla storia come una delle più belle canzoni italiane. Eppure, anche “quello che i pokeristi non dicono” ha la sua bella fama. Sì, perché per giocare a poker non basta avere fortuna, anzi, quella appartiene probabilmente solo ai principianti o a delle buone carte distribuite per una mano.
Ma il gioco del poker è fatto di tante regole ma, soprattutto, dal coinvolgimento di mente e corpo. Sono questi due elementi che ne determinano tutto il fascino che ruota attorno a questo gioco di carte così famoso.
Il linguaggio del poker: i segnali verbali
Un bravo giocatore di poker sa che, per avere successo in una partita giocata live seduto a un tavolo o collegandosi su https://www.22betscommesse.com/, deve essere in grado di decifrare tutte le parole del poker. Al momento opportuno, infatti, ogni giocatore dovrà parlare utilizzando una comunicazione essenziale ma assolutamente efficace. Dei termini precisi, a cui segue una mossa specifica, che avrà delle conseguenze per tutti gli altri avversari al tavolo.
Il poker è un gioco fatto di comunicazione, di un linguaggio composto da tre livelli. Il primo livello della comunicazione è quello verbale, quello di cui si accennava sopra, quello fatto di parole specifiche. Il secondo livello di comunicazione è già più profondo, quello paraverbale, ossia quello che riguarda il modo in cui ogni parola viene detta, il modo di modulare il tono di voce, la velocità con cui si pronunciano le parole, il ritmo o il volume della voce.
Questi sono già dei segnali importantissimi da decifrare per comprendere il gioco degli avversari con cui si sta svolgendo la partita. Ma non sono sufficienti. Ecco perché.
Il linguaggio del poker: i segnali non verbali
Il terzo livello della comunicazione è quello non verbale, probabilmente il più importante nel gioco del poker, perché è quello che rientra nella sfera della psicologia del poker. Di certo ogni giocatore, principiante ed esperto, ne ha sentito parlare, poiché l’approccio psicologico che sta dietro al poker è quello che permette al meglio di decifrare i comportamenti e lo stile di gioco degli altri avversari.
I segnali non verbali sono l’insieme delle informazioni che vengono trasmesse senza la necessità di ricorrere alla parola, bensì veicolandole in maniera fisica, attraverso i movimenti delle mani e la gestualità del corpo, la postura, il respiro. Da questi elementi, gli altri giocatori possono comprendere se l’avversario che sta piazzando una scommessa o è in procinto di prendere una decisione, è nervoso, incerto o sta bluffando.
Imparare a decifrare questi segnali non verbali è, dunque, fondamentale per comprendere il gioco degli avversari, per capire cosa stanno pensando. Per questo bisogna imparare ad osservare attentamente ogni movimento, ogni smorfia, ogni loro sguardo, in modo da capire con l’esperienza il perché di un determinato atteggiamento. Un modo per entrare nella loro testa, per comprendere i processi delle loro strategie.
Questa esperienza si acquisisce, come è ovvio che sia, con tanta pratica e il poker giocato dal vivo permette di arrivarci più velocemente. Ma anche nella modalità del gioco del poker online, è possibile vivere un’esperienza di gioco simile al reale e sviluppare tecniche e strategie efficaci. Per esempio, online si utilizzano molto le chatbox: se un utente è molto attivo in chat ma improvvisamente smette di scrivere, molto probabilmente si sta concentrando per giocare una mano molto forte.
Poker: un gioco strategico
Il fascino del poker va oltre le semplici meccaniche di gioco. Chi aspira a diventare un bravo giocatore deve imparare a decifrare ogni sguardo, ogni segnale, perfino il modo in cui gli altri componenti del tavolo impilano o mischiano le proprie fiches. Tutto serve a monitorare i punteggi, anticipare le loro mosse, capire quando stanno bluffando e svelare il gioco di ogni avversario, sfruttare le loro debolezze, rendere gli avversari “trasparenti”, in modo da munirsi di un vantaggio strategico, fatto di abilità e talento, non di poco conto.