Cercando l’oro nel fango: il valore della Giornata del farmaco in Gallura

Gesti semplici che colpiscono per la loro essenzialità.

Ci sono generazioni che hanno avuto la fortuna di incontrare educatori, grandi adulti, che, affrontando sino in fondo il proprio ruolo, hanno accompagnato i giovani loro affidati – dai genitori, dalla scuola – aiutandoli a cercare e tirare fuori il meglio di sé. Educare, dal latino: educare composto di e fuori e duco condurre. Guidare fuori. L’educazione non è l’insegnamento che forgia e foggia, di sapore ottocentesco: l’educazione trae dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio.

Oggi vi è, purtroppo, grande carenza di educatori, però per chi vuole “sporcarsi le mani” in tempi di diffusa fanghiglia, intesa come perdita di un orizzonte, di un condiviso senso di bene comune, di relativismo culturale, è possibile lasciarsi attrarre dal luccichio di una pepita, dall’occasione proposta da un amico, da un conoscente che ti dice “sai, tal giorno abbiamo la possibilità di fare una cosa buona, semplice, ma che può essere di aiuto a molti, rispondendo ad un loro bisogno”.

Gesti come la recente raccolta del farmaco sono nati – e si sono diffusi – così, per contagio, da una persona ad un altra. Gesti semplici che colpiscono proprio per la loro essenzialità, per la possibilità che offrono a ciascuno di diventare protagonisti di un bene per altri che diviene bene per sé. Un sabato di febbraio, in quasi tutte le farmacie d’Italia, si sono ritrovati in decine di migliaia, volontari organizzati e spontanei, a partecipare alla Giornata della Raccolta del Farmaco, dando origine ad un grande gesto di popolo che ha fruttato la raccolta di 376mila farmaci da banco donati nelle 4.176 farmacie aderenti. Rendendo possibile l’aiuto a 536mila persone bisognose. Non si tratta di sterili numeri, né di tronfio volontariato che mostra i muscoli per dire “guardate come siamo bravi!”. Si tratta del valore di una testimonianza.

Quello che è accaduto, e che si ripete da 18 anni, il secondo sabato di febbraio, è certo una goccia nel mare del bisogno, ma è una goccia che ristora chi la fa e chi la riceve, è il segno – educante – che anche io, con tutto il mio limite, aderendo ad una proposta (il luccichio della pepita), posso trovare nel fango della mia pigrizia, nella mia umanità disillusa, un piccolo tesoro: la capacità di fare del bene. Scusate se è poco!

Questo piccolo miracolo, questa raccolta copiosa di frammenti d’oro, è accaduta anche ad Olbia ed in Gallura dove hanno aderito le farmacie di Padru, Budoni, Calangianus, Tempio, La Maddalena, Arzachena,S. Teresa, Alà dei Sardi che volta ha aderito per la prima volta, ha registrato grandissima generosità da parte di tutti. Nelle farmacie della (ex) Provincia di Olbia-Tempio sono stati raccolti quasi 2000 farmaci, di cui 1000 nelle farmacie di Olbia, per un valore commerciale di quasi 13.000 euro che supera di poco il risultato raggiunto nel 2017.

Oltre 100 volontari e molte le associazioni coinvolte: a Olbia il Centro Aiuto alla Vita, la Caritas Diocesana e le Caritas parrocchiali della Sacra Famiglia e della Salette, le Comunità Arcobaleno e la Porziuncola, il Gruppo Volontariato Vincenziano di San Paolo, l’Istituto San Vincenzo de Paoli, le Associazioni Libere Energie, Laboratorio Interculturale per l’Integrazione (Labint) e Banco di Solidarietà; le Caritas parrocchiali di Padru, Alà dei Sardi, Moneta, Arzachena e Budoni, la casa di riposo Sacro cuore di Gesù di S. Teresa, il Centro Aiuto la Vita di Tempio e la Società S. Vincenzo de Paoli di Calangianus.

Alcuni erano già cercatori d’oro, altri lo sono diventati. Attrezziamoci di paiolo, c’è tanta fanghiglia da vagliare, ma in mezzo, se guardiamo bene, scorgiamo pagliuzze dorate, piccole pepite. Ne vale la pena.

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