Studenti disabili dimenticati alla riapertura delle scuole di Olbia

L’allarme dell’associazione sensibilMente onlus di Olbia.

Tante incognite. Troppe. Da far temere ai genitori degli studenti con disabilità la possibilità che la campanella, per i loro figli, possa suonare in ritardo rispetto ai loro compagni. Alla cronica carenza degli insegnanti, infatti, quest’anno si sommano i protocolli di sicurezza da applicare.

“Ogni anno, a causa dei ritardi nell’assegnazione dei docenti di sostegno e nell’attivazione dei servizi di assistenza scolastica, molti dei nostri figli sono costretti a rimandare l’inizio della scuola o a frequentarla ad orario ridotto”, dice Veronica Asara, presidente dell’associazione sensibilMente onlus di Olbia.

Potrà verificarsi, ad esempio, che un alunno con autismo grave non possa tollerare la mascherina e ne sia esonerato (così come previsto dalle linee guida ministeriali). Un ragazzo con disabilità motoria non potrà utilizzare i banchi a rotelle tanto pubblicizzati, qualora la scuola che frequenta li abbia scelti. 

“La disabilità non sancisce per partito preso la categoria a rischio. Vorremmo evitare che ogni studente e studentessa con disabilità venga considerato tale e perciò, magari per errori di comunicazione e organizzazione, relegato alla DaD che già ha escluso moltissimi studenti con disabilità durante il lockdown”, afferma la presidente. Nessuna famiglia ha ricevuto comunicazioni specifiche da parte delle scuole per concordare il rientro.

“Alcuni studenti con disabilità, soprattuto i bambini e soprattutto se con autismo, hanno bisogno di essere preparati al cambio di ambiente, al fatto che gli insegnanti indosseranno le mascherine e talvolta le visiere, al fatto che non potranno avere contatto fisico con i compagni e che non potranno comportarsi come facevano prima – prosegue la rappresentante dell’associazione -. A nessuno finora è stato proposto un training specifico, magari da fare in collaborazione con lo staff di terapisti che già seguono gli alunni. Siamo tutti ben consapevoli delle grosse difficoltà del momento ma è possibile che l’attenzione per i più fragili debba sempre arrivare dopo e dietro sollecitazione?”.

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