Marinai per 5 giorni per gestire il diabete in mare, la Nave Italia arriva a Olbia

Nave Italia

Il progetto della Nave Italia.

Arriva anche a Olbia la Nave Italia, progetto per imparare a gestire il diabete a bordo di una imbarcazione, tra manovre da effettuare, vele da issare e imprevisti da superare. Da questa mattina l’equipaggio composto da quindici pazienti diabetici – otto provenienti dal territorio gallurese, due da quello sassarese e cinque dall’area cagliaritana – si trova a bordo del più grande brigantino al mondo, il veliero “Nave Italia” della Marina Militare, partito dal molo Ichnusa del porto di Cagliari. Per sei giorni solcheranno le acque del Sud Sardegna: una sfida impegnativa e altamente educativa, per imparare a gestire la patologia andando oltre la routine quotidiana.

I partecipanti, undici uomini e quattro donne, hanno un’età media di 47 anni e provengono da mondi professionali differenti: scuola, enti pubblici, ingegneria e logistica, per citarne alcuni. La più giovane ha 21 anni, il più anziano 69. Sono tutti diabetici di tipo 1 con dispositivi innovativi di monitoraggio e somministrazione di insulina. Quattro di loro avevano partecipato nel 2018 a un’altra iniziativa velistica, la Transatlantica da Gran Canaria alle Piccole Antille. Ieri sera tutti hanno vissuto un momento speciale con la visita ai cantieri di Luna Rossa e l’invito al Circolo Ufficiali, dove l’equipaggio ha potuto ricevere la calorosa accoglienza della Marina Militare di Cagliari.

Il progetto, realizzato dal Direttore della Diabetologia della Asl Gallura, Giancarlo Tonolo, insieme alle associazioni Diabete Zero Odv e Janasdia, è stato approvato nei mesi scorsi dalla Marina Militare Italiana e dallo Yacht Club Italiano, piazzandosi ottavo fra i quattrocento presentati, in quanto ritenuto in linea con gli obiettivi perseguiti dalla Fondazione Nave Italia nata proprio dalla cooperazione tra lo Yacht Club Italiano e la Marina Militare. Un organismo che dal 2007, attraverso le iniziative inclusive, combatte ogni pregiudizio utilizzando la “terapia delle avventure”. In questo caso, oltre alla lotta ai pregiudizi, c’è un forte valore aggregativo e formativo per i partecipanti.

”Stiamo per affrontare un’esperienza che ci porterà a districarci tra diversi turni di attività marinaresche e briefing sul diabete per valutare le glicemie, le alterazioni e i motivi di queste ultime”, sottolinea il dottor Tonolo, coadiuvato sull’imbarcazione dal dottor Alberto Manconi della Asl di Sassari. ”Il nostro equipaggio è affiatato. Grazie a una precedente fase di training i pazienti sono preparati per risolvere le difficoltà di gestione dei compiti lavorativi sul brigantino rispetto ai tempi dell’alimentazione. Alcuni di loro – aggiunge Giancarlo Tonolo – hanno anche intolleranze a lattosio, soffrono di favismo e celiachia: vivono questa condizione come una sfida in più da vincere per imparare ad adattarsi a diversi sistemi di cucina. Fino a sabato 15 luglio potremo valutare le capacità di adattamento dell’equipaggio in una condizione diversa da quella quotidiana, lontano dalle strutture sanitarie. Un’attività gestita comunque in sicurezza, perché grazie alla telemedicina saremo collegati con operatori in grado di supportare i pazienti da terra”.

Lo spirito con il quale nasce questo progetto è quello di ribadire che con il diabete ci sono delle regole da rispettare ma non ci sono limiti alle possibilità lavorative o ricreative. ”In passato veniva ordinato ai pazienti di smettere di fare sport – aggiunge Giancarlo Tonolo – mentre oggi con le terapie, le capacità di adattamento e le dovute attenzioni si può gestire la quotidianità. Basti pensare che alcuni sportivi di alto livello pur avendo il diabete riescono a partecipare a competizioni e grandi tornei, vincendo titoli e medaglie”.

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