Santa Teresa, il Tribunale conferma lo slaccio dell’acqua per il maxi comprensorio di Porto Quadro

Il debito con Abbanoa sarebbe di 300mila euro in totale.

Erano stati slacciati per una morosità di oltre 300mila euro e chiedevano gli allacci singoli ma le reti interne sono ancora private: il Tribunale di Tempio ha respinto il ricorso presentato dai condòmini “Il Castello di Gallura”, “Casa Serraina” e “Porto Quadro C1 C2” più una ventina di singoli proprietari di abitazioni nelle lottizzazioni di Porto Quadro a Santa Teresa di Gallura.

Ad aprile avevano presentato un’istanza legale con l’intento di obbligare Abbanoa a riattivare il servizio idrico tramite singoli allacci per abitazione. Abbanoa, difesa dall’avvocato Paola Palitta, ha dimostrato che l’unica strada per poter riavere l’erogazione sarebbe stata quella di estinguere il debito che, diviso per i circa 500 proprietari, è di circa 600 euro a testa.

Fino a oggi l’erogazione è potuta avvenire tramite l’unico allaccio condominiale (un tempo l’allaccio di cantiere) al servizio di tutto il comprensorio perché le reti idriche non sono mai passate dai lottizzanti al Comune. Non facendo parte del demanio pubblico, quindi, non possono essere cedute al Gestore come prevedono le normative. “Affinché Abbanoa possa essere tenuta a stipulare il contratto di somministrazione con i ricorrenti”, conferma lo stesso giudice nell’ordinanza depositata nei giorni scorsi, “occorre che la rete sia ceduta al Comune essendo un dato di fatto che la rete idrica è rimasta di proprietà privata o condominiale”.

Sulla vicenda della cessione delle opere d’urbanizzazione, tra l’altro, si era già espresso il Tar dando ragione all’amministrazione comunale. “Solo le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali, e non dei privati come nel caso di specie”, prosegue il giudice nell’ordinanza, “devono essere affidate in concessione d’uso gratuita per tutta la durata della gestione al Gestore del servizio idrico integrato che ne assume i relativi oneri secondo le clausole contenute nella convenzione”. Per quanto riguarda gli impianti idrici del comprensorio non ci sarebbero le condizioni per tale passaggio perché hanno diverse criticità e quindi non sarebbero collaudabili.

Per questi motivi il Tribunale ha quindi accolto le tesi di Abbanoa e rigettato il ricorso dei proprietari che sono stati condannati a pagare le spese e generali in favore della Società.

 

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