Match senza pareggi: provocazione o soluzione?

Quando si parla di guerre combattute sul campo di battaglia, si dice che non ci siano né vinti né vincitori. Quando invece si parla di guerre a suon di goal, sull’appassionante campo da calcio, spesso si desidera da più parti che vinti e vincitori vengano identificati nel migliore dei modi, senza dubbi di alcun tipo. Tuttavia, il calcio prevede quel risultato intermedio, quella X sulla schedina che altro non è che il pareggio. Si può pensare un calcio senza il pareggio? Si possono già immaginare le conseguenze che porterebbe con sé una simile rivoluzione?

Perché abolire il pareggio nel gioco del calcio?

Il calcio vive di adrenalina e, se a giocare è la propria squadra del cuore, questo vale tanto per gli incontri minori, quanto per le competizioni di più alto spessore. In ogni caso, ad ogni minuto del match, non ci si augura altro che la propria vittoria e la sconfitta degli avversari. Il pareggio non è mai un’opzione desiderabile, al punto che Eddie Erdelatz, molto iconicamente e senza troppi giri di parole, ne parlò come di un bacio dato a una sorella. Non esattamente il massimo, dunque.

Da più parti, il pareggio comincia a essere identificato come un risultato frustrante, e poco cambia se lo si mette a confronto con una sconfitta palese. Quella del pareggio è un’incertezza che comincia a nuocere ai tifosi, che si interrogano ogni volta sul reale esito della partita, anche se questo non trova poi reale corrispondenza con punteggi e classifiche. A conti fatti, in molti tifosi si è creato un parallelismo tra l’idea di pareggio e quella di noia, secondo cui una partita finita in pari non sarebbe capace di appassionare davvero chiunque desideri un risultato netto, senza sfumature. Eliminare questo rischio alla radice, abolendo l’idea stessa del pareggio nel calcio, dovrebbe aiutare a risollevare il morale degli appassionati.

Cosa cambierebbe se venisse abolito il pareggio?

Immaginare un calcio senza pareggio può sicuramente stuzzicare la fantasia di molti tifosi. Di certo, gli incontri arrivati in pareggio al 90’ minuto si chiuderebbero con i rigori, così da dare ai tifosi, ai tecnici, alle squadre e a tutti gli addetti al mondo del calcio l’esatta distinzione tra vinti e vincitori del match. La cosa potrebbe appagare, sotto un certo punto di vista, ma finirebbe ovviamente per avere profonde ricadute sui sistemi con cui sono stilate le classifiche, tanto per dirne una. Le conseguenze su tutte le leghe sarebbero evidenti, in primo luogo per la Serie A, dalla cima della quale dipende l’accesso alla Champions League.

Senza contare che, visto il cambiamento del meccanismo di fondo, presto o tardi cambierebbe anche il giro di denaro che come è noto si muove in parallelo ai principali club calcistici. Si parla in questi casi di sponsor e diritti esclusivi per le dirette televisive, ma finirebbero per subire profondi cambiamenti anche le quote delle singole squadre, come quelle che se si clicca qui è possibile tenere d’occhio in tempo reale. Non bisogna dimenticare, infatti, che il calcio non è fatto soltanto dalla passione dei tifosi, ma anche dagli interessi che girano intorno al pallone. Ogni elemento in campo ha le sue regole. Proprio per questo vale la pena chiedersi: cambiando così radicalmente queste regole, non si smetterebbe allo stesso tempo di parlare di calcio?

Il calcio senza pareggio è ancora calcio?

Parlando chiaramente, il calcio ha bisogno di uno scossone, di una rivoluzione. Se n’è accorto il giornalista sportivo Stefano Salandin, che provocatoriamente ha voluto suggerire che l’autentica rivoluzione nel calcio sarebbe proprio abolire il pareggio. Si tratta di una provocazione che potrebbe portare sollievo a quei tifosi frustrati dall’incertezza che, in fondo, ogni match porta con sé. Il rischio però è quello di privare il gioco del calcio di una delle sue caratteristiche più distintive.

A ben vedere, il calcio è ancora un rarissimo esempio di sport con il caso del pareggio previsto per regolamento. Non può dirsi lo stesso per tennis, pallavolo, basket, le gare di corsa di qualsiasi tipo: si tratta di competizioni pensate per avere un unico vincitore. In realtà dunque si sta girando intorno a uno dei vanti del regolamento del calcio. Il pareggio può spesso essere fonte di rabbia e disillusione, e certamente è difficile digerire la definizione di Gianni Brera dello 0-0 da considerare come il risultato di una partita perfetta: non da meno, la possibilità di segnare X nelle schedine altro non è che uno dei tratti distintivi e unici dello sport più seguito al mondo. Cambiare questo dato potrebbe essere controproducente.

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