Pugilato, Egidio Pellegrino ricorda Paolo Mette

La scomparsa dell’ex pugile Mette nel ricordo di Pellegrino

Quel male maledetto si è portato via a soli 57 anni Paolo Mette, lascia la moglie e due figli. Conosciutissimo in città, da giovane praticò con buoni risultati il pugilato. Abbiamo chiesto al maestro di boxe Egidio Pellegrino un suo ricordo. “Lo allenava mio fratello Tore. Quando iniziai a combattere lui aveva cinque anni più di me. Lo vidi subito come un esempio“. Palestra Martellini anni ’70. “Era un peso leggero. A causa del lavoro non poteva allenarsi con continuità, ma quando riusciva a farlo erano dolori per tutti gli avversari”. Compagno di ring e di vita. “All’epoca si diventava grandi quando si andava a fare il militare. La boxe ci ha consentito di anticipare i tempi”. Le prime trasferte oltre Tirreno. “Andare in Continente era un’avventura affascinante”.

Egidio era novizio, Paolo già dilettante. “Era costantemente prodigo di consigli. Una persona speciale”. Con la battuta sempre pronta. “Sapeva sdrammatizzare. Quante risate assieme”. Un guerriero del quadrato. “Lo temevano tutti. Non faceva mai un passo indietro”. Pellegrino racconta un aneddoto. “Il maresciallo aveva appena affisso l’elenco dei partecipanti ad un torneo militare e i commilitoni esclamavano con timore e rispetto: “Cavolo, c’è anche il sardo!“. Anni di maturazione vissuti fianco a fianco. “Allenarsi e viaggiare assieme. Momenti che mi sono rimasti dentro. Incancellabili”.

Un pugilato in bianco e nero fatto di sacrificio puro. “Paolo ha smesso a 24 anni. Fare il pugile professionista comporta scelte ben precise. Lui preferì dedicarsi al lavoro. Ma lascia una traccia indelebile nella storia della boxe olbiese”. Con all’attivo un campionato italiano della Marina. “Era temuto a livello interregionale. Un osso duro per tutti”. Incontri senza esclusione di colpi. “I suoi combattimenti erano sempre al cardiopalma. Non si piegava mai“. Stavolta non ce l’ha fatta. Quel male maledetto lo ha sopraffatto. “Lascia un vuoto incolmabile. Sono ancora confuso. Difficile accettarlo”.

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