Piantagione di marijuana a Budoni, 70 enne condannato a 11 mesi

Vicino al suo ovile di Budoni aveva realizzato una piantagione di marijuana.

Undici mesi di reclusione ed una ammenda di oltre tremila euro. E’ questa la pena cui è stato condannato C.G., allevatore 70enne di Budoni. Nell’estate del 2019 aveva realizzato una piantagione di  marijuana a pochi metri dalla caserma dei carabinieri, in riva al fiume che costeggia via Tasso, nel tratto cittadino della cittadina turistica basso gallurese.

Vicino al suo ovile, magari sperando che nessuno notasse il continuo andirivieni o lo confondesse con le sue normali attività di pastore. Ed aveva anche collegato l’impianto di irrigazione all’impianto comunale, che serve la aiuole ed i giardini pubblici, per poter rendere florida la sua coltivazione. Ma non aveva fatto i conti con il serrato controllo del territorio dei carabinieri.

Nei primi giorni di agosto, infatti, i militari avevano sequestrato una piantagione illegale in località Maiorca, individuata grazie anche al sorvolo degli elicotteri dell’Arma. Tutti gli indizi, in quel caso, portavano all’allevatore. E’ così che i militari budonesi hanno cominciato a pedinarlo, a seguirne i movimenti dalla mattina alla sera. Fino a quando non hanno capito che nelle sue visite all’ovile di via Tasso c’era qualcosa che non tornava: troppo tempo trascorso all’interno, rispetto al numero delle pecore da accudire ed alle relative incombenze quotidiane.

Hanno quindi variato i punti di osservazione ed hanno potuto capire cosa succedeva: l’uomo entrava dall’ingresso principale dell’ovile per accudire le sue bestie, poi però usciva dal lato opposto e percorso qualche metro si addentrava in una zona completamente avvolta dalla vegetazione, per verificare la crescita e curare le sue piante di marijuana.  Dopo una verifica con l’utilizzo dei droni e dell’elicottero, che hanno permesso di individuare dall’alto la brillante macchia verde, ai Carabinieri è bastato individuare i tubi e seguirne il percorso fino all’interno della piantagione.

Quando la mattina del  21 agosto del 2019 l’uomo si è addentrato nella piantagione per aprire l’irrigazione, si è trovato davanti il maresciallo Gianluca Lombardi ed i suoi uomini, che lo hanno immediatamente arrestato, contestandogli non solo l’illecita coltivazione della piantagione ma anche il furto aggravato dell’acqua dalla condotta comunale. E qualche giorno fa il Gip di Nuoro, nell’ambito di un patteggiamento, che gli ha consentito di godere di un sostanzioso sconto sulla pena, lo ha condannato a 11 mesi di reclusione ed al pagamento di un’ammenda di oltre 3mila euro.

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