Il bar ribelle di Sant’Antonio di Gallura: “Sono stufo. Apro nonostante i divieti”

Bar aperto nonostante i divieti.

Ha deciso di riaprire nonostante i divieti e le restrizioni per lanciare un messaggio chiaro e inequivocabile: vi è necessità di lavorare e riprendere la vita normale. E così, Nicholas Pileri, titolare del Caffè della Piazza a Sant’Antonio di Gallura, questa mattina ha rialzato la serranda.

I motivi della protesta.

Il 26enne ha lamentato l’abbandono totale da parte dello Stato, della Regione, della Provincia e qualsiasi altro ente deputato. Sensazione che si aggiunge alla rabbia per i fatti avvenuti nei giorni scorsi a Milano, dove migliaia di tifosi si sono riversati in piazza per la vittoria dell’Inter, e a Cagliari, dove si è svolta la processione di Sant’Efisio, seppur in tono minore.

“Ho deciso di aderire al movimento Io Apro perché ho necessità – ha affermato Pileri -. Sono stanco di restare a casa fermo senza fare nulla o di avere l’accontentino dell’asporto. Vedo aumentare i debiti perché quattro scellerati, dicono che noi non siamo attività necessarie e dunque fanno chiudere bar e ristoranti. Non va bene”.

Le spese per la gestione del locale.

Sono diverse le spese che un titolare deve affrontare per mandare avanti la propria attività. Bollette della luce, acqua, spazzatura, fornitori del caffè, bibite, gelati, paste o caramelle. Costi che si aggiungono all’affitto, al commercialista e tante altre situazioni economiche personali.

L’appello.

“Parlare è facile per chi ha lo stipendio sicuro e per chi non è stato intaccato da questa crisi – ha proseguito il titolare -. Chiedo di dare sostegno a me e a tutte le altre attività come la mia. Vi prego di aiutarci perché siete voi la nostra salvezza. Non solo con i denari, ma anche aiutandoci in questa protesta pacifica. Spero con tutto il cuore che anche gli altri miei colleghi abbiano la voglia di seguire questa via e di ribellarci tutti assieme a questo sistema malato e oppressivo”.

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