Ciro Grillo torna in tribunale, spuntano i verbali delle udienze: “Mi urlava cagna”

Ciro Grillo

I verbali delle udienze del processo Ciro Grillo a porte chiuse.

Ciro Grillo e gli altri imputati per il presunto stupro di gruppo ai danni di una ragazza italo-norvegese tornano in aula a Tempio Pausania. Anche nell’udienza di domani, mercoledì 31 gennaio, la presunta vittima è stata chiamata di nuovo a testimoniare su quella notte.

L’udienza si svolgerà anche l’1 febbraio e la ragazza verrà interrogata dalla difesa, che mostrerà video e foto relative alla serata in questione. Durante l’ultima udienza, l’avvocata di uno degli imputati è stata criticata per le domande rivolte alla ragazza, ma ha difeso la necessità di queste interrogazioni per ricostruire i fatti.

Intanto sul Fatto Quotidiano sono stati pubblicati i verbali delle udienze a porte chiuse. Nei documenti sono contenute le dichiarazioni della presunta vittima, che accusa il figlio di Beppe Grillo e i suoi amici genovesi, ma anche l’ultima udienza che ha scatenato polemiche.

Il 7 novembre scorso, la giovane ha fatto una deposizione tra le lacrime dove ha ripercorso quella notte. Il primo a stuprarla sarebbe stato Francesco Corsiglia, entrato nel letto alle sue spalle. Qua l’avrebbe afferrata per i capelli e insultata durante il rapporto sessuale non consenziente, che sarebbe proseguito nella doccia con gli amici, compreso Ciro Grillo, che incitavano. Poi si sarebbero aggiunti gli altri, dopo averla costretta a bere alcolici.

L’accusa si concentra proprio sulle bevande alcoliche, che sarebbero una prova decisiva per affermare che il rapporto non poteva essere consenziente. Secondo la parte civile l’assunzione di alcol avrebbe compromesso la capacità della giovane di difendersi.

Secondo la difesa, la presunta vittima non era ubriaca perché ricordava quello che ha bevuto e non ha lasciato la casa dopo la prima presunta aggressione. Poi c’è l’udienza delle polemiche, quella del 13 dicembre scorso, a causa delle domande dell’avvocata Antonella Cuccureddu, legale di Corsiglia.

La difesa ha fatto una serie di domande alla presunta vittima, che sono state tacciate di Medioevo. In particolare per dimostrare il suo dissenso, alla studentessa è stato chiesto perché non ha dato un morso al suo assistito mentre le imponeva un rapporto orale.

La Cuccureddu ha chiesto se la giovane era lubrificata e alla sua risposta negativa le ha domandato il perché. O addirittura se respirava a fatica durante il rapporto orale. Questa udienza ha scatenato non poche polemiche, fino alle minacce alla legale dell’imputato.

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