Il dramma di Matteo ad Arzachena trovato senza vita dalla “zia buona”. La vicenda della casa degli orrori e le condanne

La tragedia di Arzachena.

Matteo Sanna, vittima di maltrattamenti e sequestro di persona da parte dei genitori e di una zia, si è tolto la vita ad Arzachena a soli 16 anni. La sua storia ha sconvolto la Gallura nel 2019, quando venne alla luce quanto aveva vissuto nella “casa degli orrori“. Le terribili condizioni in cui era costretto a vivere, segregato e vessato, hanno lasciato una intera isola sotto shock.

Nonostante la condanna dei responsabili a 8 anni di reclusione, la morte di Matteo riapre le ferite ancora aperte. Le indagini avevano rivelato l’inferno vissuto dal ragazzo, costretto a vivere in condizioni disumane e umilianti. Il ragazzo, che aveva chiesto aiuto ai carabinieri nel 2019 con un cellulare senza sim, raccontando le torture subite, ha trovato la sua tragica fine nella casa della zia materna, “la zia buona”, a cui era stato affidato dopo la revoca della potestà genitoriale.

Le indagini avevano svelato gli orrori inflitti al giovane, documentati anche attraverso diari shock trovati nella casa degli orrori. I responsabili, tra cui la madre, il padre e la zia, erano stati condannati nel 2022, ma la loro pena non ha portato pace alla vita del giovane Matteo. La sua morte rappresenta un fulmine a ciel sereno per la famiglia e per l’intera comunità, che si ritrova nuovamente a confrontarsi con il dolore e l’orrore di una storia che continua a scuotere le coscienze.

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