Emergenza sanitaria a Olbia ed in Gallura, l’allarme dei medici: “Così non si può più andare avanti”. Le testimonianze

Il Consiglio comunale di Olbia sull’emergenza sanitaria.

Un Consiglio comunale per parlare dell’emergenza sanitaria di Olbia e della Gallura. È questo l’ordine del giorno dell’assise cittadina di questo pomeriggio, la prima aperta al pubblico dopo la quarantena. Un braccio di ferro tra le richieste del territorio e gli equilibri dei vertici della sanità regionale.

Il sindaco Settimo Nizzi spiega che la situazione attuale che riguarda tutti. “È un disagio innegabile quello di sospendere le visite perché mancano le figure specialistiche. Al momento i medici hanno l’obbligo di coprire i turni di altri colleghi e non solo qui ad Olbia. Non possiamo accettare che la nostra sanità rimanga bloccata. Chiediamo una partecipazione attiva da parte di tutti. Noi abbiamo lo stesso diritto per la sanità pubblica esattamente come tutti gli altri. Stiamo lavorando per avere risposte in tempi brevi. Abbiamo bisogno di assumere figure pressionali e a queste persone che devono essere assunte a tempo indeterminato”.

Il consigliere regionale Antonio Satta parla dell’importanza di portare avanti questa battaglia tutti insieme. “Stiamo portando avanti una protesta forte e decisa. Non possiamo più consentire che il nostro territorio venga danneggiato in questo modo. Noi vogliamo dei servizi che funzionino e per questo ci servono persone e strutture. Siamo tutti uniti, non c’è bisogno di contrasti tra Tempio, Olbia e La Maddalena”, dichiara.

Antonio Rubattu, primario di Ginecologia dell’ospedale di Olbia, spiega quali sono le criticità. “Ancora non abbiamo il laboratorio accreditato per il Covid. Non si può operare se non con delle urgenze indifferibili, ma basta pensare che in questi non rientrano i tumori. Le donne non hanno alcun tipo di tutela e di garanzia. Ma questo è solo un esempio di chi è costretto a spostarsi per visite o interventi specialistici. Mancano i concorsi e non c’è un piano chiaro per le assunzioni”, dichiara.

Sebastiano Cudoni, direttore Uoc ortopedia e traumatologia accentua la gravità della situazione. “Siamo arrivati al punto che una frattura al femore deve essere operata a Cagliari. Ci servono anestesisti perché non siamo in grado di occuparci di più emergenze nel caso si presentassero. Ci mancano le risorse e i territori vicini non ci aiutano”, denuncia.

Le testimonianza dei medici non si fermano, ma il contenuto è il medesimo. Una situazione e drammatica, con numeri impressionanti. Mancano le risorse e manca il personale specializzato. Il Consiglio comunale di Olbia si prepara alla richiesta unanime d’intervento verso la Regione.

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