Anche in Gallura scatta la rivolta contro i sacchetti della frutta a pagamento

Dal primo gennaio le borse di plastica “non possono essere distribuite a titolo gratuito”.

Scatta anche in Gallura la “rivolta” dei consumatori contro la norma che prevede il pagamento, nei supermercati, delle borse di plastica per la frutta e la verdura. Sono infatti moltissimi gli utenti che hanno cominciato a postare sui social foto decisamente originali di “espedienti” per non pagare il sacchetto.

C’è chi posta foto di arance pesare ed etichettate una ad una, per esempio. E chi fa lo stesso con altra frutta, o con la verdura. Eppure il costo di ogni sacchetto oscilla tra 1 e 3 centesimi. E secondo l’Osservatorio di Assobioplastiche, il costo annuale dei sacchetti per una famiglia dovrebbe oscillare tra i 4,17 e i 12,51 euro. Per gli esercizi commerciali che non applicheranno la nuova norma sono previste multe che vanno da 2.500 a 25mila euro. Ma le sanzioni possono arrivare anche fino a 100mila euro in caso di “ingenti quantitativi” di buste fuorilegge.

Ma i consumatori non vogliono sentire ragioni. Per loro si tratta in ogni caso di “un’ingiustizia”. E allora via a calcoli sfrenati, tipo “per un etto di prezzemolo che costa 20 centesimi l’aumento del prezzo sarà del 10 per cento”. E via anche a soluzioni fantasiose di ogni tipo, pur di risparmiare quei 2 centesimi sulla spesa.

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