Manca l’arbitro e salta la partita, ecco l’equivoco

Equivoco mb orange

Lo j’accuse della squadra di Olbia.

“La nostra partita non è stata designata dall’ AIA territoriale. Senza un motivo, il pensiero che qualcosa di strano e ai limiti della legalità sportiva iniziava ad aleggiare sulle nostre menti. Quando tutti i preparativi sono già svolti, con una telefonata il responsabile federale competente per il territorio Gallura, Gian Piero Pinna informa il nostro segretario che la partita si sarebbe dovuta rinviare a causa della malattia dell’arbitro”: è l’esplicita accusa che Omar Sechi, dirigente della squadra di calcio olbiese MB Orange, avrebbe consegnato alla redazione di SerieD24.com. Sulle pagine della redazione si legge, fuori virgolette: “Il sospetto nasce sul paese di origine del responsabile federale, stesso paese di provenienza della squadra avversaria”. Gian Piero Pinna, è di Alà dei Sardi, e la partita non disputata, proprio MB Orange-Alà dei Sardi. Tanto sarebbe bastato per far nascere, nei dirigenti degli arancioni – terzi in classifica a 8 punti dalla capolista con 4 turni, più 1 di recupero, ancora da disputare – il sospetto che sia stato architettato un meccanismo per favorire in qualche modo la squadra del comune di origine di Gian Piero Pinna, ultima in classifica con 6 punti in un campionato dove non esistono retrocessioni.

Il comunicato dell’MB Orange.

Nel comunicato diffuso dalla società di Olbia si legge “Prima che Presidenti, Dirigenti, Giocatori … o pseudo tali, siamo persone. E meritiamo rispetto. Il fatto che il venerdi non fossimo citati nelle designazioni arbitrali del nostro girone, nel sito ufficiale dell’AIA qualche pensiero lo aveva destato. Pensiero che si è rivelato realtà oggi, alle ore 12:00, quando il campo era stato già tirato e tracciato, quando il terzo tempo era stato già preparato e quando i permessi di lavoro erano stati chiesti, siamo stati informati che la nostra gara non si sarebbe disputata a causa della malattia del direttore di gara – quale non si può sapere dato che non è stato designato e quindi non si può provare questa motivazione -. Oggi siamo stati feriti“. Sostanzialmente, la società, in un primo momento rivendicava solamente che la LND-FIGC avrebbe dovuto comunicare prima del giorno stesso della gara, che la stessa non si sarebbe disputata. Succesivamente le parole di Secchi, che hanno aggravato il clima di tensione generale.

L’antefatto.

Il dettaglio che l’Alà dei Sardi abbia giocato una partita infrasettimanale e quindi avesse bisogno di riposo sembra essere il perno su cui fa leva il meccanismo del sospetto orange. Possibile ipotizzare anche che la società nutrisse del risentimento nei confronti della federazione per via di un episodio capitato alla vigilia della partita casalinga con l’attuale capolista, il Tavolara, al 17esimo turno. Un importante giocatore degli Orange che nella gara precedente, da diffidato, era stato ammonito, e non era comparso inizialmente nella lista degli squalificati, successivamente era stato squalificato con una rettifica nel comunicato federale del venerdì antecedente la gara. Nulla di strano, perchè capita che un arbitro ometta di riportare nel referto l’intera lista degli ammoniti e debba poi rettificare lo stesso con un supplemento. E forse questo episodio, con il campionato che volge al termine e la tensione che la passione sportiva può trasformare in reazioni “colorite”, può aver contribuito, insieme alla delusione per il lavoro svolto inutilmente, allo sfogo dei dirigenti dell’Orange. Ma siamo nel campo delle ipotesi. Resta certo ciò che è stato messo nero su bianco, accuse precise, circostanziate e con nomi e cognomi, che potrebbero forse configurare anche una ipotesi di diffamazione a mezzo stampa: “Danneggia gravemente la reputazione e il prestigio della nostra società (e di un paese) diffondendo notizie disonorevoli e false. In quarant’anni di attività sportiva mai avevamo assistito a una caduta di stile di una società di calcio”, il commento lapidario della squadra di Alà dei sardi. Il dirigente federale Gian Piero Pinna, visibilmente deluso, ha preferito non commentare l’accaduto.

L’equivoco di fondo.

Si sa che gli arbitri siano pochi, rispetto al numero di gare da coprire settimanalmente. Quando qualcuno di quei pochi si fa male, le gare vengono rinviate. Nel caso specifico, la sezione di Olbia ha atteso in modo da poter “salvare” la gara con una designazione dell’ultimo minuto, nel caso in cui uno degli arbitri indisponibili avesse recuperato in extremis dall’infortunio. Ma nessun arbitro ha recuperato in tempo. Del resto, la mancata designazione dell’arbitro avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme ai dirigenti dell’ MB Orange. Alla base del caso esploso a Olbia sembra dunque esserci un equivoco di fondo sui ruoli. Capita che dirigenti o giocatori chiedano agli arbitri di non squalificarli per più giornate o, come in questo caso, pensino che un dirigente della FIGC, per quanto esperto e autorevole, possa influenzare le designazioni arbitrali. Ma le squalifiche le decidono i giudici sportivi, organi della FIGC, e le designazioni le fa l’AIA: sono gli arbitri stessi, coi loro organi tecnici competenti per livello territoriale, a decidere gli arbitri che dirigeranno le gare settimanali. Scelte pianificate sulla base di tantissimi parametri, tra i quali distanze, rendimento e stato di forma degli arbitri. E su quest’ultimo punto, pare, anche in questo caso, essersi concretizzato il comune malinteso che genera sospetti di complotti… o pseudo tali.

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