A Olbia 900 bambini restano senza pediatra, Arzachena lo attende da anni

L’interrogazione del consigliere Meloni.

Resta un grave problema la situazione della carenza di medici in generale e di pediatri in particolare in Sardegna e in Galluta. A pagarne le conseguenze non sono più soltanto i cittadini dell’interno dell’Isola per i quali la carenza di medici è purtroppo una costante da tempo, ma anche città come Cagliari, e Olbia sono ormai allo stremo.

Una preoccupazione espressa anche dal consigliere regionale del Pd Giuseppe Meloni che ha presentato un’interrogazione sulla situazione di Olbia e Arzachena.

La città di Olbia, una delle poche città sarde in cui la popolazione cresce costantemente grazie ai trasferimenti di intere famiglie da altre località sarde e non solo, e grazie ai tanti bambini e bambine che nascono ogni anno presso l’ospedale cittadino, si caratterizza come una delle città con maggiore presenza di giovani famiglie.

In questo contesto “succede invece che il pensionamento recente di una pediatra di libera scelta rappresenti un grave problema per numerose famiglie i cui bambini (si stima circa 900), rimasti senza l’assistenza di base, sono costretti, all’occorrenza, a ricorrere a studi pediatrici privati oppure al pronto soccorso che, in piena stagione turistica, come noto, non riesce a far fronte agli accessi ordinari già evidentemente moltiplica dalla massiccia  presenza turistica, senza peraltro considerare i rischi connessi alla pandemia”, spiega il consigliere Meloni.

“Lo stesso problema persiste da diversi anni nel comune di Arzachena, comune anch’esso in costante crescita tanto da essere ormai il secondo della Gallura per numero di abitanti – continua il consigliere – . Anche i cittadini del Comune di Arzachena, nonostante il lungo tempo trascorso senza il proprio pediatra, non rinunciano e rivendicano il loro diritto al ripristino del servizio essenziale per i loro bambini”

“In Sardegna pediatri presenti, già insufficienti a far fronte alle richieste, si stanno avvicinando rapidamente all’età della pensione (il picco è atteso per il 2022) e non pare che le istituzioni preposte stiano adottando i necessari correttivi. Occorre pertanto, risolvere il problema attraverso la sostituzione  immediata del pediatra collocato in quiescenza, in modo che le famiglie interessate possano contare su un punto di riferimento per le cure dei loro piccoli e riacquistare la serenità perduta, conclude Meloni.

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