Pesca abusiva di ricci e pesce non tracciato, maxi sequestro al porto

Sequestrati 150 chili di pescato al porto di Olbia.

Trasportava 150 chili di pescato privo della prevista documentazione di tracciabilità da destinare al mercato della penisola. La persona a bordo di un furgone frigo è stata fermata nel corso di un controllo all’ingresso del porto di Olbia dagli agenti della polizia di stato.

Da una prima verifica gli agenti del distaccamento di polizia stradale di Olbia constatavano la presenza nel veicolo del prodotto ittico e richiedenso la collaborazione degli Ispettori della Direzione marittima di Olbia – Guardia Costiera per sottoporre ad un’ispezione approfondita il carico, composto da numerosi contenitori in vetro contenenti polpa di riccio di mare, aragoste vive e altro pescato locale.

Accertata l’irregolarità del trasporto si è provveduto quindi al sequestro: 17 chili di polpa di riccio di mare (ricavata da circa 14.000 esemplari di riccio), 26 aragoste vive, 110 chili di polpo e diverse casse di altre specie ittiche quali caponi, triglie ecc. e alla conseguente contestazione di sanzioni amministrative per un totale di 3.000 euro a carico dell’azienda.

Sono in corso ulteriori attività di indagine per verificare la provenienza del pescato e, in particolare, della polpa di riccio sequestrata: il prelievo di questa specie ittica è infatti rigidamente disciplinata dalla normativa nazionale e regionale a salvaguardia dell’ambiente, della sostenibilità futura della filiera e dell’ ecosistema marino. Nei mari della Sardegna è previsto, tra l’altro, che tale tipo di pesca è consentita fino al prossimo 17 aprile ed è esclusivamente riservata ai pescatori professionali in possesso di specifica autorizzazione regionale.

Le 26 aragoste mediterranee, ancora vive, sono state reimmesse in mare nella zona di protezione integrale dell’Area Marina Protetta di Tavolara – Punta Coda Cavallo mentre il restante prodotto ittico, esclusa la polpa di riccio a causa dell’improprio  confezionamento in vasetti di vetro privi sia di  etichette che di sigilli, dopo essere stato sottoposto ad accertamento della commestibilità da parte del competente servizio Assl, è stato donato alla Cittadella della Caritas di Olbia, alla Comunità Arcobaleno e alla Mensa Vincenziana.

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