La situazione dell’area di Sa Corroncedda.
Un cancello chiuso, con sopra il solito cartello di ammonimento. Il fetore che smorza il respiro, peggio del solito. O forse si tratta solo di una suggestione. Sembra abbandonata da anni l’area di Sa Corroncedda. Ammassi informi di rottami ovunque. Cumuli di rifiuti. E un silenzio quasi incredibile, pensando che solo fino a poche ore prima si stava concludendo la sgombero del campo nomadi.
Le cinque famiglie che hanno vissuto per anni in quel fazzoletto di terra tra il nastro d’asfalto della quattro corsie per Sassari e il depuratore dell’acqua non ci sono più. Mandate via come deciso con un’ordinanza dal giudice del tribunale di Tempio Marco Contu. Tutto è avvenuto approfittando del buio della notte e le prime ore di questa mattina.
Iniziato lo sgombero del campo rom di Olbia
Gli uomini della polizia locale, insieme ai vigili del fuoco, hanno proceduto a scortare le famiglie, 30 persone in tutto, nei centri accoglienza predisposti dal Comune, ovvero il Centro umanitario della Caritas e l’ex hotel Savoia dove già stanno i migranti. Una sistemazione provvisoria, in attesa che si trovi una soluzione con i proprietari per dare a queste famiglie un tetto vero e proprio.
Il Comune spera di sbloccare l’empasse, che si trascina da mesi e che ha bloccato fino ad oggi la chiusura del campo, già nelle prossime ore. Anche se il sindaco Settimo Nizzi sa bene che non sarà una trattiva facile quella con i proprietari e che probabilmente dovrà giocarsi la carta del ritorno d’immagine a cui potrebbe ambire qualche imprenditore locale, dietro la garanzia pubblica del pagamento dei canoni d’affitto.
Al telefono con i proprietari per trovare una casa ai nomadi di Olbia
Ma a fare più impressione adesso è ciò che resta a Sa Corroncedda. Una discarica dall’aspetto immenso nella quale regna il silenzio. E per la quale ora si apre il nuovo e difficilissimo capitolo della bonifica.