Le lotta di Abbanoa agli scarichi abusivi: nei depuratori gli scarti di macellazione e di lavorazione delle olive

I risultati dell’attività di controllo di Abbanoa.

Dal 2010 Abbanoa ha censito 6.266 attività produttive, eseguito 2.986 ispezioni,  effettuato 546 controlli sulla qualità dei reflui e presentato 754 denunce, 41 delle quali hanno riguardato l’ultimo anno. Una lotta incessante quella di Abbanoa contro gli scarichi abusivi, che non rispettando le norme di riferimento e sono causa di disservizi a scapito dell’intera collettività. Un’azione di verifica e denuncia, con messa in mora dei soggetti interessati, continua anche per garantire la piena efficienza del depuratore.

Anche quest’anno, infatti, Abbanoa ha dovuto far fronte a una vera emergenza: nei depuratori sono finiti dagli scarti di macellazione ai residui della lavorazione delle olive o della vinificazione, mentre nelle zone a più alta produzione di prodotti caseari (autorizzati all’esercizio e non) i danni maggiori sono stati causati dalle rimanenze liquide oleose del processo di trasformazione del latte. A questi si sommano gli scarichi di oli minerali (oli di macchina) o gli idrocarburi liberamente rilasciati nelle fognature (relativi per esempio ai lavaggi delle cisterne dei condomini) oppure, ancora, i residui di vernici (carrozzerie). Tutti inquinanti che impattano sul normale funzionamento degli impianti di depurazione. Nella “migliore” delle ipotesi creano un sovraccarico degli impianti, nei casi più frequenti  possono essere addirittura inibitori del processo depurativo.

Oltre ai consueti stabilimenti industriali (industrie chimiche, meccaniche, alimentari, ecc), devono però essere autorizzati i reflui provenienti da alberghi, ristoranti, lavanderie a secco, autofficine, cliniche mediche, stazioni di servizio, come pure da attività altamente inquinanti come caseifici, oleifici, mattatoi e cantine vinicole che con i loro scarichi incontrollati compromettono il funzionamento degli impianti di depurazione. In base alla tipologia di attività, le aziende sono obbligate a installare alcuni strumenti di pretrattamento nei propri scarichi, come degrassatori o disoleatori. Grassi e oli esausti in massicce quantità hanno effetti devastanti sui depuratori e il rischio per l’ambiente è altissimo. Non a caso la legge ha previsto sanzioni penali (chi ha sistemi differenti di raccolta degli inquinanti come vasche asettiche o trucciolato assorbente è comunque tenuto a comunicarlo).

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