In fuga dalle zone a rischio del coronavirus verso le seconde case della Gallura e della provincia di Sassari

Richiesti più controlli nei porti.

Il sillogismo è velato. “In Sardegna esistono un gran numero di seconde case di proprietà di nostri concittadini residenti in altre regioni”, afferma il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana.

Ma trova sostanza subito dopo: “Come segnalano i sindaci dei comuni costieri, in gran numero si stanno trasferendo in Sardegna anche dalle regioni finora più esposte al coronavirus oppure arrivano per motivi di lavoro”, prosegue il presidente. Il pensiero va, ovviamente, alle seconde cose della costiera gallurese o della provincia di Sassari, dove la concentrazione è maggiore.

Deiana va, quindi, dritto al punto. “Un mancato controllo, associato ad una possibile moltiplicazione esponenziale dei contagi, potrebbe mandare in tilt il sistema sanitario regionale tarato sui soli residenti in Sardegna e con un numero largamente insufficiente di posti di terapia intensiva”, dice Deiana, che rivolge un appello a riguardo, a nome dei sindaci sardi, al presidente del Consiglio, al governatore della Regione Sardegna e a tutte le istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza. Un’insufficienza di verifiche potrebbe non tutelare “né chi risiede in maniera stabile né chi vi risiede temporaneamente nel momento acuto della crisi sanitaria”.

“Ad oggi sussistono delle problematiche circa i controlli negli aeroporti quelli da attivare nei porti di tutta la regione – spiega –. Anci Sardegna e tutti i sindaci sardi chiedono l’immediata risoluzione delle problematiche che non permettono, nel momento di massima crisi, un controllo accurato negli aeroporti e soprattutto nei porti della Sardegna”.

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