Un minuto di silenzio per Giulia a Olbia, le scuole dicono no ai femminicidi

Giulia Cecchettin

Le scuole di Olbia partecipano per ricordare Giulia Cecchettin.

Anche gli studenti di Olbia hanno partecipato al minuto di silenzio contro il massacro della 22enne Giulia Cecchettin, ennesima donna che ha pagato con la sua vita per aver detto “No”. Ma molte scuole italiane si sono dette contrarie al silenzio, che poi alla fine è lo stesso che uccide le donne.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha risvegliato le coscienze di molti, scatenando un’ondata di indignazione che non si è mai vista nel Paese dopo un delitto che ha come vittima una donna, che purtroppo ormai rientra nell’ordinario, come se ci fossimo abituati, dati i numeri raccapriccianti solo nel 2023, con 101 casi di donne massacrate solo per il fatto di essere donne.

Ci sono le parole di una persona vicinissima alla vittima, la sorella Elena, che per la prima volta punta il dito contro la cultura partriarcale, che nel nostro Paese è difficile da combattere proprio per le forti resistenze che impediscono alle donne di denunciarla, come è difficile denunciare le violenze che hanno una comune matrice: il patriarcato e la cultura dello stupro, che si nutrono del silenzio istituzionale e delle vittime, messe a tacere perché screditate, non credute e colpevolizzate. (In Italia per questo motivo solo il 13% delle donne denuncia).

Solo in Gallura i dati sulle violenze domestiche e sessuali sono altissimi e le notizie che riportano storie di abusi sono raccapriccianti. Recentemente il territorio è diventato teatro di una gravissima violenza ai danni di una 18enne ad Arzachena, che fortunatamente ha avuto la forza di denunciare gli abusi sessuali subiti da due uomini.

La giovane presunta vittima ha avuto una grande solidarietà, ma purtroppo, come tristemente è noto, quando si vive in un piccolo territorio è ancora più difficile denunciare le violenze, che sono spesso “reati spia” dei femminicidi. La Gallura è lo stesso territorio dove si sta svolgendo il processo contro Ciro Grillo, accusato di aver violentato con i suoi amici una 19enne conosciuta in discoteca. È il territorio dove si è compiuto il victim blaming contro la giovane, che la legale ha denunciato da parte dei difensori del presunto branco che l’avrebbe aggredita.

È il territorio dove una donna di nome Rosa Bechere è scomparsa nel nulla e il caso è avvolto nel mistero. La violenza sulle donne non ha confini e tra poco è il 25 novembre, ma è utile che non si parli di questo soltanto in occasione di questa data o quando viene uccisa una giovane donna. È utile che la società con forza prenda le distanze contro un fenomeno che non appartiene ai “mostri” o ai ”lupi”, perché parlare di mostri significa allontanare il problema come se fosse estraneo alla nostra società.

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