Madre disperata in Gallura: “Dopo le violenze su mia figlia, c’è l’incubo della prescrizione”

violenze

Il racconto di una donna sulle violenze del marito in Gallura.

È visibilmente disperata, ma non ha intenzione di arrendersi una madre che viveva in Gallura quando sua figlia ha subito violenze fisiche dall’allora marito. Ora racconta il dramma che ha vissuto sua figlia a pochi anni di vita: picchiata con una violenza tale da suo padre che la madre ha fatto di tutto per strappargliela dalle mani. I fatti sarebbero accaduti nel 2015, c’è una denuncia, ma ancora il processo a carico dell’ex marito non si è concluso. La madre, che poiché la figlia è ancora minore non possiamo rivelarne il nome, ha denunciato il fatto, ma si lamenta con una giustizia assente, che non è capace di tutelare donne e minori vittime di violenza in famiglia.

L’incubo della prescrizione

Il processo per il reato di lesioni personali rischia, infatti, di andare in prescrizione. “Purtroppo è così – spiega la donna, che oggi è tornata a vivere nella sua città natale con la figlia -. Il processo continua a essere rinviato di volta in volta. Prima il Covid, poi il padre di mia figlia non si fa trovare mai in casa quando arriva la notifica. E’ irreperibile e oggi si trova all’estero. Io non posso permettere che questo accada, dopo quello che ha fatto a mia figlia, che me la stava per ammazzare. La cosa ingiusta poi è che purtroppo io sto spendendo anche parecchi soldi di spese legali. E vorrei essere d’aiuto a tutte quelle donne che come me si trovano in questa situazione”.

La madre della bambina che oggi va alle elementari, racconta che tutto è cominciato quando i due si dovevano separare e lui voleva portare la figlia al suo paese di origine. “È diventato sempre più violento, con me e soprattutto con lei – si sfoga tra le lacrime -. Io mi opponevo e lui è trasformato in una furia già da quando la bimba aveva soltanto 2 anni. Fino a quel giorno… quando ho chiamato l’ambulanza e l’ho dovuta portare all’ospedale e da lì è partita la denuncia. Siamo state ospitate in una casa protetta e ci hanno dato molto sostegno, ma lui è ancora libero”.

Oggi la bambina vive ancora nel terrore di poter incontrare suo padre e si è rifiutata a fare gli incontri protetti. Che poi sono stati sospesi perché la piccola piangeva quando lo vedeva. “Però lui la patria potestà ce l’ha ancora – si sfoga – nonostante abbia picchiato mia figlia e l’ho denunciato perché non ha mai versato un euro di mantenimento alla bimba. Anche questa è l’ennesima ingiustizia che purtroppo noi donne dobbiamo sopportare”.

L’appello a Giorgia Meloni

La donna vuole lanciare un messaggio alla premier Giorgia Meloni, che ha da poco approvato un inasprimento delle misure contro la violenza di genere, attraverso a un miglioramento del Codice Rosso. “Non basta purtroppo se poi le donne e i figli che denunciano si vedono slittare i processi fino a farli andare in prescrizione. Chiedo alla presidente di eliminare la possibilità di prescrizione di questi reati perché non ci sentiamo tutelate se c’è la possibilità che gli uomini che denunciamo se ne stiano liberi come se niente fosse – dice la madre della bambina -. E non è nemmeno giusto che le donne debbano sborsare di tasca loro migliaia di euro se vengono picchiate o se accade ai loro figli. Ma perché dobbiamo vivere con la paura?”.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura