Musica sulle Bocche, i Satoyama vincono il primo “La Maddalena Jazz Price”

Per Musica sulle bocche il “La Maddalena Jazz Price” ai Satoyama

A Musica sulle Bocche i Satoyama vincono la prima edizione del “La Maddalena Jazz Price”. Il gruppo si è imposto su Emong e Simone Basile Quintet, aggiudicandosi un premio in denaro e la possibilità di essere segnalato nei festival più importanti a livello internazionale.

Positivo il bilancio del direttore artistico Enzo Favata: “Con 42 concerti in 24 giorni e in 12 diversi comuni siamo stati il festival più lungo in Sardegna, mettendo in connessione i centri turistici del Nord Sardegna con i paesi dell’interno e abbracciando una filosofia green che ci ha premiati, con oltre tredicimila biglietti staccati”. Anche il jazz può essere green. Ed è nel segno delle tematiche ambientali e con l’obiettivo di creare una rete per favorire una nuova forma di relazione tra arte ed ecologia che il gruppo Satoyama si è aggiudicato la prima edizione del “La Maddalena Jazz Prize”, il premio dedicato ai gruppi italiani emergenti che il festival Musica sulle Bocche ha voluto istituire in collaborazione con Nuova Generazione Jazz, progetto organizzato e promosso da Associazione I-Jazz con il supporto del Ministero della Cultura e il sostegno di NuovoIMAIE.

Con Luca Benedetto a tromba e tastiera, Christian Russano a chitarre ed elettronica, Marco Bellafiore a contrabbasso ed elettronica, e Gabriele Luttino a batteria, glockenspiel ed elettronica, Satoyama ha preceduto gli altri due gruppi in gara, Emong (con Evita Polidoro alla batteria, Manuel Caliumi al sax alto e tenore e Federico Perantoni al trombone) e il Simone Basile Quintet (con Simone Basile alla chitarra, Manuel Caliumi al sax contralto, Giovanni Paolo Liguori alla batteria, Ferdinando Romano al contrabbasso e Enzo Carniel al pianoforte). Tre gruppi di altissimo livello, che sicuramente si faranno notare a livello internazionale.

La giuria era presieduta dall’assessore alla Cultura del Comune di La Maddalena, Gianvincenzo Belli, e composta dal direttore artistico di Musica sulle Bocche Enzo Favata, dai musicisti Pasquale Mirra e Marco Frattini, dai fotografi specializzati Giulio Capobianco, Marco Recino e Gianfranco Fine, e dalla direttrice di produzione Alessandra Azzena. A Satoyama andrà un premio in denaro e avrà la possibilità di essere segnalato nei festival più importanti a livello internazionale.

“La prima edizione del La Maddalena Jazz Price ha chiuso in maniera assolutamente positiva la ventitreesima edizione di Musica sulle Bocche – commenta il direttore artistico Enzo Favata -. Il premio infatti rende in maniera ancora più evidente la capacità del festival di puntare sui giovani. Con quarantadue concerti in ventiquattro giorni, il nostro è stato inoltre quest’anno in Sardegna il festival più lungo in assoluto”. Ma anche altri numeri sono di tutto rispetto: i musicisti coinvolti sono stati 125, per 3152 minuti di musica, con dodici comuni riuniti nella rete di Musica sulle Bocche, due parchi naturali coinvolti, insieme a venticinque aziende del settore turistico e trentanove del settore food & beverage che hanno contribuito al successo del festival.

“Abbiamo tenuto fede all’impegno di connettere alcune delle località turistiche più conosciute del nord Sardegna, come Alghero, l’isola dell’Asinara nel Comune di Porto Torres, Castelsardo, Valledoria e La Maddalena, con i centri dell’interno, come Nulvi, Bulzi, Chiaramonti, Martis, Ploaghe e Tergu, chiudendo poi il festival a Sassari, città mai toccata finora dalla nostra manifestazione, e sempre proponendo i nostri concerti in contesti monumentali o paesaggistici di straordinaria bellezza. E questo con pochissimi palcoscenici, moltissime pedane, predilezione per allestimenti ad impatto zero. Anche quest’anno abbiamo fatto nostra una filosofia green, impegnandoci così a limitare l’impatto ambientale e i numeri ci hanno premiato: sono stati infatti i tredicimila biglietti staccati per i concerti del festival, tredicimila biglietti green in una estate che invece in Sardegna si è caratterizzata anche per i grandi festival pop che tanto impongono in termini di consumo energetico e inquinamento”.

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