L’autrice dell’Ocean di Olbia inaugura una nuova opera al Grand Hotel Poltu Quatu

Emanuela Giacco

La nuova opera di Emanuela Giacco.

L’appuntamento è per sabato primo luglio al Grand Hotel Poltu Quatu: Negli intrecci del fanciullino è l’ultima opera dell’artista Emanuela Giacco, al centro dell’inaugurazione in programma alle ore 20. Aquilana di origine e ormai sarda d’adozione, trapiantata a Golfo Aranci, l’artista svelerà al pubblico una creazione che persegue il leitmotiv della sostenibilità e dell’arte del riutilizzo.

Giacco, infatti, si è fatta conoscere al grande pubblico per le opere realizzate con cime nautiche, attraverso una interessante ripresa di materiali di porto, pensati per altri usi, e ora materia prima artistica. Nella cornice elegante del Grand Hotel Poltu Quatu, immerso in una cornice paesaggistica unica, in piena macchia mediterranea proprio in località Poltu Quatu, nel comune di Arzachena, l’opera di Emanuela Giacco si presenta al mondo. Dopo la serata-evento di sabato, rimarrà esposta nella struttura, agli occhi dei molti ospiti soprattutto internazionali. 

Poche anticipazioni prima dello svelamento ufficiale, in questo caso più di altri si prevede l’effetto-wow per una realizzazione, questo si può dire, davvero di grandi dimensioni. “Guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino, tutti lo abbiamo fatto: eppure negli anni lo abbiamo spesso dimenticato – il commento di Emanuela Giacco in merito a “Negli intrecci del fanciullino” –. Quest’opera vuole rievocare la meraviglia, la purezza d’animo, lo stato di amore e di fiducia che il nostro essere bambino ha. Perché c’è ancora, è ancora lì in un cantuccio, intrecciata insieme a tutte le altre stratificazioni del nostro essere, intrappolata tra le varie sovrastrutture culturali e sociali che ci plasmano. Riuscire a guardare il mondo con gli occhi del fanciullino significa arrivare a delle verità in modo intuitivo, liberi dal preconcetto, liberi da paure, liberi da schemi mentali, guardando ogni cosa con stupore, come fosse la prima volta. E quanto stupore si può avere nell’ammirare le meraviglie del nostro pianeta”. 

Sì, perché il sottotesto sempre presente nella ricerca artistica di Giacco è la difesa e tutela dell’ambiente, la sostenibilità come primo motore creativo. “Il nostro pianeta soffre, le microplastiche mettono a repentaglio l’esistenza degli animali e dell’intero ecosistema – continua l’artista –. Il progresso ha accelerato il consumismo, che fa parte di tutti noi. Ma lo stesso progresso ci dà anche gli strumenti per creare energia pulita, la scienza ci dà moltissime risposte, quello che ci manca è il rispetto, la fiducia e l’amore, non vogliamo credere nei progetti di sostenibilità, non vogliamo metterli al primo posto. Ecco quest’opera parla di sostenibilità, è realizzata con quasi una tonnellata di cime nautiche di recupero per veicolare un messaggio che risvegli le coscienze sociali: tornare a guardare il mondo con gli occhi di un bambino per amarlo e rispettarlo, perché è il nostro paradiso”.

Lo scorso febbraio un’opera di Emanuela Giacco, dal titolo Ocean e raffigurante un grande globo, sempre realizzata con la tecnica dell’intreccio di cime, è stata inaugurata sul lungomare di Olbia dove tuttora rimane come installazione permanente.  Sabato a Poltu Quatu, invece, è pronto a svelarsi al pubblico uno dei lavori-chiave della produzione dell’artista che ha sposato la Sardegna

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