Il tema della salute mentale è affrontato più di frequente negli ultimi anni, tuttavia lo stigma a esso connesso è ben lontano dall’essere superato. Si stima che quasi un miliardo di persone nel mondo convivano con disturbi relativi alla salute mentale, cioè circa una persona su otto. Tra i giovani di età compresa tra i 10 e i 19 anni il problema riguarda invece una persona su sette. In più, la pandemia ha portato a un incremento dei casi di ansia e depressione del 25% a livello globale, che non è però corrisposto a un reale aumento della disponibilità di sostegno psicologico a chi ne ha bisogno. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, i disturbi di salute mentale sono la prima causa di disabilità a livello globale: è quindi indispensabile affrontare il problema in modo più efficace.
Dedicare più risorse alla salute mentale
Lo stigma legato alla salute mentale non si presenta soltanto sotto forma di giudizio negativo da parte delle altre persone, ma compare anche in modo più subdolo nelle decisioni di governi, enti pubblici e istituzioni. Un’inchiesta realizzata dalla rivista scientifica inglese The Lancet ha evidenziato che nel mondo la spesa pubblica dedicata alla salute mentale è in media soltanto il 2% rispetto al totale della spesa sanitaria. Le condizioni psicologiche, inoltre, sono nella maggior parte dei casi escluse da quelle coperte dalle assicurazioni sanitarie. L’Italia non si distingue in positivo in questo conteso: in linea con la media globale, la percentuale del Fondo sanitario nazionale indirizzata ai servizi per la cura della salute mentale è soltanto del 2,9%. Iniziative come il Bonus psicologo per favorire l’avvio di un percorso di psicoterapia, per quanto ammirevoli, si sono dimostrate insufficienti rispetto all’enorme numero di persone che hanno fatto richiesta. Gli italiani con un disturbo della salute mentale sono circa quattro milioni: il Sistema sanitario nazionale è al momento molto lontano dal fornire supporto adeguato rispetto al numero di cittadini con necessità di supporto.
Andare dallo psicologo è più accettato
Nonostante le difficoltà appena descritte, si nota un miglioramento nella consapevolezza dei cittadini rispetto all’argomento della salute mentale. Negli ultimi anni, servizi di psicoterapia online come Serenis hanno ottenuto una popolarità crescente, grazie anche ai prezzi più bassi rispetto alla terapia in presenza e all’accessibilità che offrono ai pazienti. La maggiore apertura verso la psicoterapia è confermata dai dati della ricerca realizzata da Doxa in collaborazione con Asl Roma 2 sulla salute mentale. Secondo lo studio, l’80% delle persone ha avuto contatti con persone con disturbi della salute mentale. Per il 70% degli intervistati avere un disturbo mentale non significa essere meno intelligente degli altri, e l’81% dichiara che le persone colpite da questi problemi non dovrebbero essere isolate dalla collettività. Per quanto riguarda la psicoterapia, è interessante notare una discrepanza tra l’idea che vedere uno psicologo è del tutto normale, e i sentimenti che andare in terapia provoca negli individui. Secondo il 76% della popolazione, infatti, andare in terapia non è qualcosa da nascondere.
Tuttavia, il 78% degli intervistati farebbe sapere soltanto a familiari, e non amici, colleghi o conoscenti, di un eventuale percorso terapeutico, mentre il 22% si vergognerebbe così tanto da non volerlo dire a nessuno. Inoltre, il 66% delle persone ritiene che sia possibile curare una condizione mentale, mentre il 34% non lo crede. Nonostante a parole molti si mostrino aperti riguardo al tema della salute mentale, quindi, i numeri suggeriscono una persistenza dello stigma e una fiducia non ancora completa verso la psicoterapia. Una consapevolezza degli ottimi risultati spesso ottenuti con un percorso terapeutico è un primo passo per aumentare questa fiducia, ma è necessario anche fornire maggiori informazioni, aumentare le risorse a disposizione e lavorare a livello istituzionale per offrire ai cittadini sostegno adeguato.