Noleggio barche a La Maddalena, il Tar dà ragione al Parco

Il caso del noleggio barche a La Maddalena.

Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) ha posto fine alla lunga controversia riguardante il regolamento per l’affitto e il noleggio di imbarcazioni nel Parco di La Maddalena. Una recente sentenza ha respinto il ricorso presentato dall’Associazione comparto nautico La Maddalena, che contestava le decisioni del direttivo del Parco riguardanti l’accesso degli operatori dei comuni limitrofi all’attività di noleggio all’interno dell’area protetta. Tale associazione, rappresentante di circa 30 operatori, aveva obiettato tali decisioni datate 11 marzo 2023, sostenendo le ragioni dei residenti e la necessità di regolare l’attività nautica nell’intero arcipelago.

Le delibere contestate fissano un limite massimo di 2.500 unità giornaliere per l’accesso all’area marina del Parco, includendo sia i diportisti residenti a La Maddalena che quelli dei comuni limitrofi. Gli operatori dei comuni limitrofi si sono dichiarati soddisfatti per la decisione del Tar. Claudio Denzi, dell’Associazione operatori nautici Nord Est Sardegna, ha commentato che la sentenza sembra essere stata emessa con buon senso, confermando il valore del loro lavoro e l’efficacia delle azioni intraprese per ottenere questo risultato. Ha sottolineato l’aiuto ricevuto dalla politica locale e dalle grandi associazioni di categoria, evidenziando la preferenza per un dialogo costruttivo anziché le proteste violente. Denzi ha anche enfatizzato l’importanza di rivolgersi alle istituzioni competenti per la giustizia, anche se talvolta sembra che procedano lentamente.

L’associazione ha chiarito che questa vittoria non è contro la comunità residente a La Maddalena, ma è dedicata a coloro che credono nel valore e nel rispetto del lavoro, nonché nell’importanza di una transizione ecologica graduale anziché improvvisa e dannosa per gli imprenditori. Si sostiene che la giusta ricaduta economica sulle attività e sulle comunità locali non debba derivare da divieti o sfruttamenti esclusivi, ma piuttosto da una remunerazione equa per l’accesso a un’area naturale così preziosa. L’associazione si propone quindi come interlocutore costante con il Parco e altre autorità locali per la conservazione del patrimonio pubblico e per garantire una gestione sostenibile ed equa delle risorse naturali.

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