Fermato un gruppo di arsellatori abusivi a Olbia: ne avevano già prese 4 chili

Il pesce è stato ributtato in mare.

Per gli arsellatori abusivi che conducono la loro attività illecita nel Golfo di Olbia, la vita è sempre più dura: continuano, infatti, le attività di controllo della Guardia Costiera olbiese.

Nella mattinata i militari della Capitaneria di Porto di Olbia sono intervenuti in località Mogadiscio del comune di Olbia, nei pressi della “Peschiera”, per reprimere un’attività di pesca illegale di molluschi bivalvi in zona vietata. In particolare è stato individuato un gruppo di persone, tutte di nazionalità estera, che sono state sanzionate in quanto colte a pescare in acque precluse alla raccolta dei frutti di mare.

Nonostante il tentativo di occultamento del prodotto da parte dei pescatori abusivi, si è proceduto al sequestro di circa 4 chili di arselle e di 2 rampini utilizzati per la raccolta dei frutti di mare. Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 3mila euro. Il prodotto pescato è stato successivamente reimmesso in mare e gli attrezzi utilizzati dai contravventori, sottoposti a confisca. 

In considerazione dell’elevato numero di pescatori presenti in zona, l’operazione è stata svolta congiuntamente con personale appartenente alla stazione dei carabinieri di Olbia e Polto Quadu: questi ultimi hanno provveduto all’identificazione in caserma dei soggetti privi di documenti di riconoscimento.

Le arselle sono un prodotto molto comune e ricercato sul mercato e purtroppo divengono oggetto di una pesca intensiva e spietata nelle acque del golfo di Olbia. E’ chiaro il pericolo per la salute pubblica che consegue dall’introduzione di prodotto ittico proveniente da zone vietate e non controllate sotto il profilo igienico- sanitario.

“Continuerà incessante l’attività di contrasto che la Direzione marittima di Olbia svolge a tutela del consumatore finale” ha affermato il Comandante, Capitano di Vascello Maurizio Trogu, “contro la pesca illegale sia nei confronti dei pescatori abusivi che degli acquirenti ed i detentori di tali prodotti ittici non controllati e potenzialmente non idonei al consumo umano”.

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