Il Festival del Mirto punta anche sull’artigianato, la tradizione in mostra al museo di Olbia

Uno showroom a Olbia per accogliere gli artigiani del territorio.

Mirtò e l’artigianato sardo di qualità rinnovano il loro connubio all’insegna della tradizione. Un momento fondamentale all’interno della rassegna del Festival internazionale del Mirto, che andrà in scena ad Olbia dal 17 al 21 agosto. Dopo l’esordio dello scorso anno sarà il Museo Archeologico a trasformarsi in un grande showroom che accoglierà il movimento degli artigiani di Olbia. Fondamentale la partecipazione al progetto del Comune di Samugheo, che porterà nella città gallurese molti dei suoi artigiani resi famosi in tutto il mondo dalla mostra “Tessingiu”, la rassegna che partendo dalla grande arte dei tappeti dedica spazio alla straordinaria produzione manifatturiera della Sardegna.

“Per noi quest’anno l’opportunità di partecipare a Mirtò rappresenta anche un’occasione di ripartenza per il settore, alla luce dello stop di diversi mesi imposto dal Covid – spiega Antonello Demelas, sindaco di Samugheo, uno dei protagonisti del progetto di Mirtò per l’artigianato sardo -. Luglio è stato un mese difficile, agosto ha mostrato una lieve ripresa, ma la presenza qui ad Olbia ci offre la possibilità di portare i nostri artigiani in una vetrina importante per il mercato turistico. Una nuova occasione per far conoscere il grande lavoro dei nostri produttori”.

Mirtò è ormai un marchio trasformatosi in incubatore di eccellenze artigiane, promotore di iniziative e veicolo di marketing per i campioni della manifattura artistica dell’Isola. Nasce da qui l’accordo tra il Festival internazionale del Mirto, il comune di Olbia, quello di Samugheo e la Confartigianato Gallura.  

“Valorizzeremo la grande tradizione artistica della Sardegna, partendo da Samugheo, il centro più importante per la produzione tessile, conosciuto in tutto il mondo, ma passando poi agli artisti del ferro di Sarule, il design di Ittiri, la ceramica di Assemini – sottolinea Baingio Cuccu, direttore del Murats, il Museo unico regionale dell’arte tessile -. L’artigianato artistico di Olbia si prenderà la scena, unendo la sua storia alle lavorazioni provenienti da altre zone dell’Isola. Molti artigiani di Samugheo hanno i loro negozi ad Olbia, l’intesa con Mirtò rappresenta la naturale evoluzione di Tessingiu, una delle più antiche manifestazioni della Sardegna. Il turista può così conoscere le nostre tradizioni, attraverso l’artigianato che racconta il tessuto sociale della Sardegna, tecniche e simbologie tramandate da generazioni. Si acquista non solo un manufatto, ma un prodotto che racconta una storia”.

“Partendo da Tessingiu, la mostra dell’artigianato artistico di Samugheo, abbiamo accolto l’invito di Mirtò per portare ad Olbia la nostra tradizione dell’artigianato tessile, ma anche ceramica, legno e ferro – conferma il sindaco Antonello Demelas -. Saremo rappresentati da una selezione dei migliori interpreti della nostra tradizione dell’artigianato di qualità: oltre al tessile avremo la coltelleria, l’oreficeria, arredi e complementi d’arredo. Nuove collezioni sempre più vicine alle richieste del mercato, nel segno però della nostra tradizione e di tecniche di lavorazione uniche. Olbia per noi rappresenta sempre una scommessa, è una piazza turistica molto importante nella quale potremo raggiungere un pubblico nuovo. Samugheo potrà farsi conoscere per le sue eccellenze”.

Un progetto condiviso da Confartigianato Gallura, grazie alla collaborazione tra il presidente Giacomo Meloni, il segretario Federico Fadda e Piermario Pirina, maestro del legno, artigiano molto conosciuto in Costa Smeralda, che fa parte del direttivo di Mirtò. Una vetrina per l’artigianato che arriva in un momento estremamente complicato per la categoria. La pandemia ha bloccato molti dei lavori nel periodo più importante dell’attività, soprattutto quella funzionale e legata indissolubilmente all’economia turistica. Dalle ristrutturazioni alle manutenzioni nelle ville, il lockdown ha imposto un blocco sanguinoso per le attività artigiane di Olbia.

“Il Covid sul mondo artigiano ha avuto un impatto devastante – spiega lo stesso Piermario Pirina -. Abbiamo perso i mesi migliori, non ci sono stati commissionati lavori. Temo che il prossimo anno possa anche essere peggio. Molte ville in Costa Smeralda non hanno aperto o lo hanno fatto in ritardo. Stiamo vivendo con i lavori commissionatici l’anno scorso, ma ora ad agosto tutto si ferma. Mirtò in questo senso per noi può rappresentare una speranza, una vetrina importante per far conoscere i nostri prodotti, dal vetraio al fabbro al falegname”. 

Il progetto prevede come centro nevralgico il Museo Archeologico di Olbia, insieme al cortile-patio dell’ex Scolastico dove ci sarà il “Wine Garden Movie” e via Olbia, che si trasformeranno in un’area espositiva, dove gli artigiani galluresi, di Samugheo e provenienti da altre parti dell’isola, allestiranno i loro stand con prodotti che rappresenteranno la grande capacità manifatturiera della Sardegna.

 “La nostra collaborazione con Mirtò nasce sulla base del progetto di valorizzare le imprese dell’artigianato artistico di qualità, vogliamo raccontare questo mondo, la sua identità, il patrimonio culturale che riveste per il nostro territorio – sottolinea Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Gallura -. Mirtò rappresenta un attrattore straordinario, all’interno di un progetto di alto livello, una filosofia che valorizza il territorio, le sue imprese e le loro specificità. Dopo il lockdown, Mirtò sarà il primo evento in cui scenderà in campo il mondo dell’artigianato, speriamo sia un simbolo anche di ottimismo per la ripartenza di tutto il settore”.

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