Prospettiva Donna dopo gli stupri di Palermo e Caivano: “Sostenere i centri antiviolenza”

violenza

Le parole di Prospettiva Donna.

L’associazione Prospettiva Donna di Olbia ha rimarcato la preoccupazione per gli episodi di stupro a Palermo e Caivano, ma anche per l’episodio di sessismo avvenuto a Golfo Aranci, dove un hotel ha fatto mettere una ragazza sul buffet di dolci.

“Rimarchiamo la nostra preoccupazione oltre ai tanti episodi di violenza  su cui interveniamo quotidianamente – dichiara l’associazione -, anche  per i recenti aberranti fatti di cronaca avvenuti a Palermo e a Caivano, stupri di gruppo organizzati da giovanissimi, su ragazze e bambine frutto della sub cultura dello stupro, che utilizza i mezzi tecnologici per diffondere ulteriormente la violenza,  le cui radici vanno ascritte alla struttura patriarcale della società, che si nutre della oggettivizzazione e mercificazione del corpo della donna e della sua immagine, trasformandola in nuda carne e, oltre a infliggerle lo stupro la espone  allo sguardo del mondo tramite il web,  creando un processo  di normalizzazione e interiorizzazione passiva della violenza, fino a produrre ulteriore odio nei confronti delle vittime”.  

Anche l’associazione, che tutela da anni le donne vittime di violenza in Gallura e in Sardegna, mette in evidenza che, di fronte a questi casi, si avverte l’estrema urgenza di intervenire con più incisività con azioni strutturali, con reti efficaci per sostenere l’azione dei centri antiviolenza, impegnati non solo nel lavoro a sostegno delle sopravvissute, ma anche nell’azione preventiva e strutturata di sensibilizzazione soprattutto nelle scuole”.

La radice della violenza sulle donne, infatti, è sociale. “Si deve agire su più fronti incidendo soprattutto sul piano simbolico e culturale perché è la violenza simbolica a ispirare e fomentare quella concreta – proseguono da Prospettiva Donna – si deve lavorare anche sui modelli distorti della rappresentazione del corpo della donna, lesivi della sua dignità, su tutte le forme di oggettivizzazione che sono l’humus che alimenta questo sistema”.

Il caso di Golfo Aranci.

“Hanno il nostro plauso l’adolescente e suo padre che si è ribellata davanti all’esposizione del corpo di una donna offerto come dessert su un buffet – conclude l’associazione – rendendo pubblica la loro protesta. Ci rivolgiamo a tutte le persone affinché non siano indifferenti, serve un civile  impegno comune fra tutti coloro che, nelle istituzioni, nel mondo della cultura, nella scuola, nelle associazioni e nella società civile, vogliano fare la loro parte per contrastare questo sistema che ancora oggettivizza, mercifica, che stupra le donne e le annienta. Serve un lavoro profondo per contrastare la rivittimizzazione e la violenza istituzionale. Occorre un patto trasversale fra generazioni di donne che si ribellano e di uomini che non accettano di essere associati alla cultura dello stupro, affinché attivamente stiano a fianco delle donne in una battaglia comune per un profondo cambiamento culturale e sociale”.

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