Tutti parlano (e giocano) agli esports, ma solo in pochi da professionisti

Man playing computer football or soccer game at home. Console controller in hands.

Giocare ai videogiochi è uno dei primi hobby a cui gli adolescenti e i preadolescenti si appassionano. Già intorno ai 10 anni – ma anche prima – sono in moltissimi i ragazzi e le ragazze che trascorrono il loro tempo libero giocando ai videogames, un settore che li avvicina allo sport, all’interattività, alla condivisione. E che potrebbe aprire la strada anche verso una vera e propria professione.

Nell’era del digitale, infatti, sono tante le professioni digitali che si stanno dimostrando fortemente attrattive, coinvolgendo sempre più settori e sempre più persone interessate a questa nuova visione del mondo del lavoro. L’elenco è lungo e si inserisce anche il gamer professionista, cioè il giocatore che pratica e-Sport a livello professionale.

Ma prima di comprendere questo mestiere ancora poco praticato, è bene chiarire cosa si intende quando si parla di eSports, un argomento di cui tutti parlano, e che appartiene a un settore che in tantissimi conoscono, il gaming.

Cosa sono gli eSports

Gli eSports rientrano a pieno titolo nella categoria dei videogiochi, trattandosi di giochi digitali a cui chiunque può partecipare. L’unica differenza risiede nell’approccio di gioco, dal momento che gli eSports appartengono più ad un ambito professionistico che a quello puramente ludico.

Per questo motivo, i giocatori di eSports possono anche essere individuati come degli atleti, anche se di fatto non scendono in pista per gareggiare contro i propri avversari ma stanno dietro ad un PC o ad una console di gioco e manovrano i giocatori virtuali.

Non è raro, tra l’altro, imbattersi in un gamer professionista che nella vita è anche un vero atleta sportivo, che sceglie di cimentarsi anche nell’ambito digitale, oltre che sul campo fisico. In Italia, ma anche nel resto del mondo, si disputano tornei di eSport sia online che dal vivo, dunque questi atleti possono essere osservati mentre giocano proprio come se fossero su un campo di gioco.

Il settore degli eSports, sempre più in crescita e ricco di riconoscimenti, è molto lontano dallo stereotipo, assolutamente da sfatare, del giocatore di videogiochi che gioca in maniera compulsiva e fuori dal proprio controllo. Sebbene il gioco sicuro e responsabile debba essere sempre il primo obiettivo da raggiungere per un giocatore, chi pratica eSport molto difficilmente lo farà con spirito ludopatico.

Gli eSports più famosi

A contribuire al successo degli eSports è stata la possibilità di organizzare dei tornei a cui possono partecipare sia i giocatori professionisti che i gamer che si dilettano per hobby nel mondo del gaming, come quelli che si sono allentati in piattaforme come 20Bet e hanno provato le tante proposte di gioco.

Non tutti i gamer vogliono diventare dei professionisti, infatti, ma si accontentano di trascorrere del tempo con dei giochi che diventeranno sempre più interattivi in un futuro non troppo lontano. Questi tornei possono essere giocati sia in modalità individuale (single player) che a squadre (team), in base alla tipologia di gioco scelta.

I tornei di e-Sports più famosi in Italia sono quelli legati allo sport più importante per gli italiani, il calcio. I videogiochi di calcio come FIFA e PES, infatti, sono i tornei sportivi più seguiti (con particolare riferimento alla eSerie A e alla BeSports), ma anche i tornei strategici come StarCraft o i MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) come Dota 2 e League of Legends attirano un grande pubblico. Così come i simulatori di guida, per gli amanti della Formula 1 e della moto GP, o i videogiochi sparatutto in modalità competitiva come Fortnite.

Ogni singolo torneo, disputato in un ambiente virtuale che sia più equo possibile e con regole precise, prevede che ci sia un più o meno ricco montepremi messo a disposizione del giocatore vincitore.

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