Il disagio nell’Alta Gallura, al centro d’ascolto 1.900 colloqui all’anno e 200 pazienti seguiti

Il bilancio del centro d’ascolto sul disagio nell’Alta Gallura

L’Alta Gallura si confronta col disagio, in occasione del bilancio del centro d’ascolto che si trova a Tempio dal 2017. La Casa del Fanciullo, nel cuore storico della città di Tempio ha ospitato l’incontro dal titolo Le Storie che curano – Il centro “Dimmi, ti ascolto” tra passato e futuro, un appuntamento dedicato all’informazione e all’approfondimento, rivolto sia agli utenti che agli operatori del settore dei Servizi Sociali, al sistema scolastico, alle associazioni e agli enti locali aderenti al Piano Locale Unitario dei Servizi alla persona (PLUS), organizzato dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Tempio Pausania in collaborazione con la Caritas Tempio−Ampurias. È stata l’occasione per valutare il livello di disagio presente in Gallura.

Hanno preso parte all’incontro il sindaco Gianni Addis, l’assessore ai Servizi Sociali Anna Paola Aisoni, il vescovo emerito della Diocesi Tempio-Ampurias, Mons. Sebastiano Sanguinetti e l’assessore regionale Andrea Biancareddu, assieme alla responsabile del Centro dott.ssa Letizia Marazzi, psicologa e criminologa forense, e alle dott.sse Gianna Pedroni e Anna Curtale, che hanno illustrato la missione, le attività e i dati di una struttura importante che opera ormai da sei anni in città e nel territorio a difesa e tutela di minori e famiglie in condizioni di disagio.

Il sindaco di Tempio Gianni Addis, introducendo i lavori, ha ricordato che Il centro Dimmi, ti ascolto è nato da una felice intuizione della Diocesi, per iniziativa di don Antonio Tamponi, oggi parroco di San Simplicio a Olbia, e dell’allora vescovo di Tempio-Ampurias, mons. Sebastiano Sanguinetti.

“Negli anni – ha sottolineato il sindaco Addis – si è potuto così rispondere a una esigenza sociale che era latente, e che tuttavia è emersa grazie al lavoro delle psicologhe che qui operano, le quali hanno avuto modo di andare a fondo e portare alla luce problematiche spesso sommerse con un altissimo livello di professionalità e di competenza. Inoltre, si è lavorato in piena sinergia con le scuole, le amministrazioni dell’Unione dei Comuni e con il PLUS territoriale”.

Il Centro, nato agli inizi del 2017 per offrire supporto ai servizi territoriali già esistenti nella gestione di circostanze che coinvolgono minori e relative famiglie in situazioni sensibili quali rapporti conflittuali all’interno del nucleo familiare, separazioni o abusi, ha progressivamente esteso negli anni le sue competenze, arrivando ad offrire un ampio ventaglio di interventi, grazie anche alla collaborazione delle Forze dell’Ordine e di concerto con il Tribunale dei Minori, per quanto attiene alle audizioni e agli incontri protetti. Quali sono i numeri del disagio nell’Alta Gallura?

Nel 2022, nel Centro sono stati effettuati circa 1900 colloqui, e sono stati seguiti circa 200 pazienti, numeri in linea con i dati di quest’anno e che – ha sottolineato la dott.ssa Pedroni – dall’apertura del Centro sono triplicati. Questo anche in virtù del fatto che da alcuni anni l’apporto del centro “Dimmi, ti ascolto” è di importanza nevralgica nello sviluppo dei progetti dedicati alle scuole, dagli istituti per l’infanzia fino agli istituti superiori.

Come ha ricordato la dott. Marazzi, responsabile del Centro, lavorano stabilmente nella struttura tre terapeute e, con esse, anche un responsabile amministrativo. Negli anni sono, inoltre, aumentate le collaborazioni non solo perché il territorio è diventato più ricettivo ma anche perché sono cresciute le criticità delle famiglie per motivi di natura economica e per l’isolamento sociale vissuto durante il “biennio del COVID”, i cui effetti sono visibili appieno adesso, soprattutto sui minori e gli adolescenti.

Tra le problematiche principali portate dai pazienti, che vengono seguiti con terapie e spesso anche monitorati nel tempo, ansie e conflitti nelle relazioni, quali, ad esempio separazioni conflittuali, con coinvolgimento di tutto il nucleo familiare.

Gran parte degli accessi presso il Centro avvengono su segnalazione dei Servizi sociali, ma sono tante anche le richieste autonome. La struttura dispone, infatti, di un numero dedicato (340 7507208) che riceve settimanalmente circa 10 richieste. Una lista d’attesa non troppo lunga garantisce di ricevere supporto entro qualche settimana al massimo.

Fondamentale, inoltre, la presenza nelle scuole medie cittadine dello sportello scolastico, attivo già da 4 anni, che ha permesso di creare una rete di protezione del minore già a partire dall’età scolare. Uno strumento che è stato di grande supporto anche alle insegnanti delle scuole di primo grado nella creazione di gruppi di auto mutuo aiuto dei genitori, che hanno ormai familiarizzato con il Centro, contribuendo in modo determinante al suo successo.

Oltre a conoscere i dettagli di anni di un’attività di valenza cruciale per la comunità, i numerosi partecipanti all’incontro hanno potuto visitare i locali dedicati alle attività di assistenza, caratterizzati da ordine e cura nell’arredo, per rendere l’ambiente accogliente e rassicurante, in special modo nella sala dedicata agli ascolti protetti dei minori, prima nel suo genere in Sardegna e, come ha precisato la dott.ssa Marazzi, una delle più belle in Italia.

Nonostante in passato ci siano stati momenti di difficoltà economica, fortunatamente negli ultimi mesi grazie al sostegno della Regione Sardegna per tramite dell’assessore regionale Andrea Biancareddu, il Centro ha ottenuto un cospicuo supporto economico che ha consentito di finanziare per i prossimi tre anni questo importante servizio che permetterà di continuare a “programmarne il futuro”.

“La giornata dedicata all’incontro Storie che curano – ha dichiarato l’assessore Aisoni nel suo intervento – è stata un altro momento importantissimo in un periodo di fermento per le tematiche sociali di cui si sta occupando la nostra Amministrazione, e in cui la comunità tempiese, e gallurese, sta dimostrando la propria natura solidale e inclusiva. Oggi è emersa la grande valenza sociale dell’attività del Centro: si entra nelle scuole, si ascoltano i ragazzi e le famiglie, e al momento non c’è necessità più attuale o evidente. Questo è ciò che avviene nella nostra Città, grazie ai progetti portati avanti dal centro Dimmi, ti ascolto”.

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura