Abbanoa lascia senz’acqua una coppia di 80enni ad Arzachena, ma il Tribunale ora la condanna

Piazza Risorgimento, Arzachena

Il Tribunale ha condannato il comportamento della società.

A 89 anni ha dovuto fare avanti e indietro per alcuni giorni da casa sua fino a quella del vicino per trasportare bacinelle cariche d’acqua, sotto il sole di un agosto che toglieva il fiato perfino ad un giovincello. L’acqua gli serviva per soddisfare le sue esigenze primarie e quelle della moglie 84enne, mentre per l’igiene personale si sono serviti della casa dell’amico. Tutto questo perché Abbanoa ha interrotto l’erogazione dell’acqua.

Per contestualizzare il fatto occorre fare una premessa. Nel 2014 Abbanoa aveva inviato ai clienti una serie di fatture “a conguaglio” per i periodi che andavano dal 2006 al 2014, scatenando situazioni di panico tra gli utenti, visti, in molti casi, gli ingenti importi richiesti.

Anche la coppia di anziani aveva ricevuto da Abbanoa una super fattura: oltre 28mila euro da pagare, per il periodo compreso tra il 2009 e il 2014, per il loro appartamento che si trova nel comune di Arzachena. Nel dicembre 2014, dopo lo spavento iniziale, l’anziano signore presentava il reclamo, contestando l’importo della fattura.

Ma dopo tre anni Abbanoa sollecitava ancora il pagamento delle somme contestate, avvertendo l’uomo che, se ancora in difetto, avrebbe sospeso il servizio idrico. Nonostante una diffida, Abbanoa il 31 luglio 2017 privava la coppia dell’acqua corrente, rimuovendo contestualmente il contatore.

L’avvocato difensore è intervenuto allora con un ricorso d’urgenza, chiedendo al Tribunale di Tempio Pausania di ordinare ad Abbanoa l’immediato ripristino dell’utenza, cosa che accade il 3 agosto. Qualche settimana fa il Tribunale ha accolto il ricorso, perché Abbanoa non ha rispettato né il regolamento del Servizio idrico integrato, né la Carta del servizio.

In altre parole Abbanoa avrebbe dovuto rispondere al ricorso dell’anziano entro 30 giorni dalla sua ricezione, ma ciò si verificava solo il 15 marzo del 2017, per di più con il rigetto del reclamo. Inoltre, secondo il Regolamento del servizio idrico, Abbanoa avrebbe dovuto effettuare come minimo due letture all’anno del contatore.

Il Tribunale, quindi, ha contestato ad Abbanoa il modo di agire. E ha riconosciuto una sproporzione fra il mancato pagamento e la sospensione del servizio, sottolineando allo stesso tempo che la società pubblica, per recuperare il proprio credito, dispone di metodi alternativi alla sospensione della fornitura, ovvero il ricorso ad un’azione giudiziaria o il ricorso per decreto ingiuntivo. Nella sentenza viene, inoltre, ribadito che la privazione dell’acqua costituisce un irreparabile pregiudizio al bene salute, costituzionalmente previsto e tutelato.

Dalle contestazioni dell’anziano risulterebbe, infatti, che Abbanoa, dal 2014 non avrebbe mai intrapreso azioni giudiziarie per il recupero del credito, preferendo evitare il confronto giudiziale e utilizzando l’interruzione del servizio in piena estate come arma per ottenere il pagamento. Avrebbe dunque perpetrato comportamenti contrari ai principi di buona fede e correttezza contrattuale.

Per questo motivo l’anziano pagherà ratealmente gli importi che effettivamente sono dovuti, ma non quelli relativi agli anni 2006 – 2009 che Abbanoa chiedeva, in quanto ormai prescritti. Il Tribunale, quindi, ha accolto il ricorso del pensionato e condannato Abbanoa anche al pagamento delle spese legali.

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