Gli scarti del granito si possono riciclare, il progetto a Buddusò

granito Buddusò

Il progetto di recupero dei sifridi di granito a Buddusò.

Si chiamano sfridi e sono rifiuti provenienti dalla lavorazione del granito. Ora questi scarti prodotti a Buddusò e abbandonati nelle discariche, possono essere trasformati in risorse. Domani, sabato 15 luglio a Buddusò, se ne parlerà nel convegno “Sfide e opportunità in Europa nel settore delle materie prime. Circolarità e sostenibilità nel settore estrattivo-lapideo”.

Questa opportunità arriva grazie all’avanzamento tecnologico e alla necessità di affrontare l’emergenza climatica, questi scarti possono essere trasformati in risorse. Infatti, all’interno di tali sfridi si trovano minerali ed elementi preziosi e strategici per industrie a emissioni zero, come quelle digitali, aerospaziali e della difesa (come litio, fosforo, cobalto, magnesio, bauxite, tungsteno, titanio o quarzo, ecc.).

Il Ministro del MIMIT, Adolfo Urso, ha recentemente aperto la competizione per garantire l’approvvigionamento di tali risorse, al fine di contrastare il monopolio cinese. Questo annuncio ha portato alla riapertura di miniere in diverse regioni italiane. Carmela Vaccaro, docente presso l’Università di Ferrara e responsabile del progetto Life Regs II a Buddusò, un piccolo comune interno della Sardegna noto per la sua produzione di granito, ha spiegato che la Sardegna è una delle regioni italiane più importanti dal punto di vista minerario e potrebbe potenzialmente possedere un tesoro.

La ricercatrice ha sottolineato che le materie prime critiche possono sostenere lo sviluppo e l’ambiente, e se la Sardegna ha questi elementi preziosi, è necessario effettuare censimenti nelle ex discariche e nelle miniere per valutare la quantità e la qualità dei materiali presenti in diverse aree dell’isola. Il progetto europeo Life Regs II, in corso e che terminerà nel 2024, mira a ridurre il volume di scarti prodotti dalle attività di estrazione, trasformando gli sfridi da rifiuti a prodotti utilizzabili.

Nell’area estrattiva della Gallura, questo progetto consentirà la rimozione di 47.000 tonnellate di sfridi di granito da Buddusò e il ripristino di dieci ettari di paesaggio. Inoltre, ciò eviterà l’estrazione di 51.000 tonnellate di feldspato e ridurrà di 200 tonnellate le emissioni di CO2 dovute al trasporto di tali materiali dalla Turchia.

Domani, sabato 15 luglio, a Buddusò si terrà un convegno dal titolo “Sfide e opportunità in Europa nel settore delle materie prime: circolarità e sostenibilità nel settore estrattivo-lapideo”. Durante l’evento, saranno presenti esperti dei progetti internazionali relativi al potenziale giacimento di terre rare scoperto in Gallura, gli assessori regionali dell’Industria e dei Trasporti, Anita Pili e Antonio Moro, e il rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti.”

Condividi l'articolo
Gallura Oggi il quotidiano di Olbia e della Gallura | Notizie da Olbia, eventi in Gallura