Agricoltura e siccità: “Dalla Regione ora servono i fatti”

Le dichiarazioni del presidente dell’associazione regionale dei consorzi di bonifica della Sardegna.

“Apprendiamo con una punta di amarezza le dichiarazioni rilasciate dall’assessore regionale alla difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, sull’importanza del riutilizzo dei reflui depurati in agricoltura”. Così Gavino Zirattu, presidente dell’ANBI Sardegna, commenta le parole pronunciate dall’assessore regionale in veste di coordinatrice della commissione Ambiente ed Energia nella Conferenza delle Regioni. “Da anni l’associazione regionale dei consorzi di bonifica della Sardegna chiede alla Regione un cambio di rotta sulla gestione delle acque depurate ma mai un passo è stato mosso in questa direzione. Nel mese di luglio, quando i dati sulla capienza degli invasi descrivevano una situazione di pericolo a causa della siccità, abbiamo aperto un tavolo di confronto con i rappresentanti delle istituzioni, determinati a individuare le soluzioni da adottare contro la crisi idrica e a pianificare la strategia di sviluppo del comparto irriguo. Ma, a poco più di tre mesi di distanza, di quell’incontro non è rimasto niente. Bisognerebbe lasciare da parte slogan e dichiarazioni e provare a portare a compimento gli impegni presi”.

Nel corso dell’audizione in commissione ambiente alla Camera dei Deputati, l’assessore Spano ha indicato tre misure necessarie per affrontare la siccità: “prevedere risorse adeguate per gli interventi strutturali, migliorare l’efficienza delle reti idriche, incentivare l’utilizzo dei reflui depurati”.

“Incentivare l’utilizzo dei reflui depurati significa, in primo luogo, eliminare le strettoie burocratiche e i cavilli disciplinari introdotti dalle normative regionali, rimodulando le direttive a vantaggio della disciplina nazionale. In seconda battuta – continua Zirattu – significa sfruttale le tante infrastrutture già esistenti sul territorio”.

In molte parti della Sardegna l’utilizzo dei reflui è già una realtà e i benefici a favore del comparto agricolo sono molteplici. I casi più importanti sono quelli dei reflui di Alghero, che durante l’estate più difficile per la Nurra hanno offerto un buon apporto idrico alle campagne e le acque depurate di Olbia. Ma le strutture già esistenti e mai utilizzate sono tante, una lista che inizia a Is Arenas nel cagliaritano, prosegue nel Medio Campidano e finisce Santa Teresa di Gallura, passando per il caso emblematico della Nurra dove sono stati spesi tredici milioni di euro per la realizzazione di un’opera, inaugurata e mai utilizzata, capace di garantire un apporto idrico di 12 milioni di metri cubi.

“Come avevo già dichiarato nell’incontro di luglio, il rilancio del settore agricolo passa indiscutibilmente attraverso l’utilizzo delle acque reflue, risorsa imprescindibile per il futuro – conclude Zirattu. Il tempo delle dichiarazioni è finito, bisogna instaurare al più presto una discussione costruttiva altrimenti si rischia di perdere un comparto che rappresenta il segmento centrale della nostra economia. Ora ci aspettiamo che la Regione Sardegna convochi i rappresentanti dell’ANBI Sardegna per un incontro immediato”.

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