Da Berchideddu a Rai 3, l’Antica apicoltura gallurese sbarca in tv

Pietro Paolo Porcu racconta l’esperienza dell’Antica apicoltura gallurese

di Giovanna Tamponi

Pietro Paolo Porcu, titolare dell’Antica apicoltura gallurese, è un medico di medicina generale che 40 anni fa si è appassionato al mondo delle api. Fino a farlo diventare la sua professione. Il suo approccio iniziale è stato quasi casuale, quando un paziente e amico gli regalò una famiglia di api. Ora di famiglie ne possiede un migliaio e dà lavoro a diversi dipendenti. Nell’azienda a conduzione familiare oggi lavorano i suoi due figli, Giuseppe e Roberta, ciascuno con ruoli specifici. Il primo si occupa di tutto ciò che concerne la cura delle api, la seconda si occupa del confezionamento e della distribuzione del miele.
Pietro Paolo è felice che due dei suoi figli abbiano deciso di proseguire la sua attività, anche perché, grazie a loro, l’azienda è cresciuta. Ora implementa, oltre al miele, un prodotto caro alla tradizione sarda, che è l’Abbamele, uno dei prodotti più antichi della cultura gastronomica sarda. Questo prodotto viene utilizzato per la preparazione di dolci sardi ma è ottimo insieme a ricotta o yogurt. Si ottiene dopo la smielatura e la spremitura della cera, restringendo il liquido della lavorazione, ancora molto ricco di polline, propoli, cera e miele.

“Non ci sono orari o feste”

Si racconta con piacere, Pietro Paolo, e nelle sue parole traspare l’amore per le sue “apine” e l’orgoglio per ciò che è riuscito a costruire. Non si tratta solamente di esercitare una professione, dice, ma bisogna avere un profondo rispetto e non temere la fatica: “Le api non seguono i nostri ritmi, per questo chiedono per loro tutta la tua vita, non ci sono orari, feste, giorno o notte. Nei momenti fondamentali del loro ciclo vitale non puoi mancare”.

Pietro Paolo, da studioso qual è, ha capito che è importantissimo essere sempre all’avanguardia sulle moderne tecniche di allevamento e cura delle api. Occorre conoscere i loro nemici, come la Varroa destructor, un acaro che causa la morte di intere famiglie. “Proteggere le api da questo e da altri parassiti è una missione: l’apicoltore deve conoscere tutte le tecniche per rendere loro impossibile la vita ovviamente senza rovinare il prodotto finale, cioè il miele”.

La produzione mellifera dalla Antica apicoltura gallurese proviene dal pascolo delle api in prati di fiori selvatici sardi, ed è ottenuto mediante il “nomadismo” delle api, spostando le arnie in base alle fioriture stagionali. Il territorio gallurese rappresenta un habitat ideale: privo di qualsiasi forma di inquinamento, fa si che il miele prodotto sia assolutamente puro “Le fioriture presenti in Gallura sono fantastiche, di fiori selvatici come la lavanda, il cardo, l’asfodelo, la ginestra e tanti altri, sono presenti in un territorio quasi incontaminato, privo di inquinamento industriale e di frutteti trattati con pesticidi, ed è una cosa quasi irripetibile, perché i nostri mieli non presentano alcun segno di inquinamento: questo è il nostro biglietto da visita”

L’intervista a Pietro Paolo Porcu

Ci racconti l’incontro con Geo, la trasmissione di Rai3 che si occupa di ambiente, di natura, di tradizioni, com’è andata?
“Credo che il motivo per cui siamo stati contattati da Geo si proprio per la serietà che contraddistingue la nostra azienda. Ci hanno detto che volevano fare un docufilm sulle api e ci hanno chiesto disponibilità. Per la mia famiglia è stato un grande onore. Nell’azienda è arrivata l’equipe di Geo, che è rimasta per quattro giorni, durante i quali hanno potuto assistere al nostro lavoro filmando senza che noi modificassimo quella che era la nostra procedura standard di lavorazione delle api. E’ stata una cosa molto bella, interessante e anche un grande riconoscimento del quale siamo orgogliosi”.

La frase “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita” attribuita (erroneamente) ad Einstein, ha un contenuto sintetico e al tempo stesso apocalittico, lei cosa ne pensa?
“Certamente se l’ape scomparisse non sarebbe per l’ecosistema un bel momento. L’ape è il più importante insetto pronube che esiste in natura e la mancanza delle api comporterebbe dei gravi problemi per tutte quelle specie che si riproducono tramite impollinazione. Non credo che l’affermazione sia del tutto vera, però è molto vicina alla realtà, speriamo di non doverlo mai sperimentare…”

Ritiene che le api vadano protette dalle minacce del mondo moderno?
“L’ape è strettamente legata all’ambiente e perciò sta subendo fortemente le conseguenze del cambiamento climatico. Questo incide pesantemente sulle fioriture: le piante riducono la produzione del nettare, alimento delle api, e questa carenza di nettare impedisce la creazione di nuove famiglie e riduce quelle esistenti. E’ quindi molto importante proteggere l’ambiente, fare tutto quanto in nostro potere per contrastare il cambiamento climatico”

Lei si sente di incoraggiare i giovani ad approcciare questa attività? Quale consiglio eventualmente darebbe?
“Consiglio fortemente questo lavoro ai giovani, perché il territorio sardo è ideale per l’allevamento delle api e la produzione di un miele unico in Italia per bontà e purezza. Come ho già detto, è un lavoro che richiede molta passione, sacrificio e uno studio continuo, per cui consiglio ai giovani di intraprendere questa strada solo se veramente motivati, altrimenti, alle prime difficoltà, si rischia di chiudere i battenti.
Uno sguardo quindi rivolto alle tradizioni tipicamente sarde ma anche rivolto al futuro, a tutte le tecnologie che possono essere utili alleate nell’attività apicola”.

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