Banchi e sedie lanciati in classe a Olbia, l’appello del Deffenu: “No alla gogna mediatica”

La risposta della scuola.

L’Istituto Tecnico Deffenu di Olbia risponde sul caso delle sedie e banchi lanciate in aula e chiede di non mettere gli studenti alla gogna mediatica.

Sedie e banchi lanciati in classe al Deffenu di Olbia: studenti ripresi da un video

È buona norma, consuetudine e prassi consolidata da un preciso regolamento scolastico che ogni intervento educativo coinvolga solamente le persone interessate: il Consiglio di Classe (o il Consiglio d’Istituto per motivi più gravi), i genitori e l’alunno che si è reso responsabile della violazione delle regole di condotta.

In questo caso, dimenticando probabilmente che si parla di ragazzi minorenni e trascurando l’urgenza educativa a cui dovrebbe mirare qualsiasi intervento da parte degli adulti, l’effetto prevalente dell’esposizione mediatica data alla vicenda è stato quello di far definire teppisti e vandali adolescenti che hanno sbagliato sì, ma la cui sanzione disciplinare è stata e sarà ulteriormente motivo di discussione e intervento da parte di chi ha la responsabilità educativa per farlo: la famiglia e la scuola.

La violazione alle norme di convivenza civile e al rispetto per le persone e le cose è stata e sarà sanzionata, come è sempre avvenuto per i responsabili di violazioni delle regole di condotta, ma al solo fine educativo e riabilitativo, come parte integrante del processo di crescita dei ragazzi di cui siamo responsabili come scuola, insieme alle famiglie.
E in questo processo di crescita formativa nessuna norma educativa prevede né la gogna mediatica né l’esposizione a giudizi superficiali e definitivi su ragazzi che stanno crescendo e si stanno formando e, tanto meno, su una scuola che ha oltre 900 iscritti, tra cui la maggioranza è costituita da ragazzi meritevoli, educati e responsabili con famiglie partecipi e corresponsabili del processo formativo dei loro figli.
Constatiamo che il riverbero mediatico, oltre che portare ad emettere giudizi affrettati, non tiene conto del lavoro responsabile e professionale di tutti gli operatori educativi della nostra scuola e dell’importanza che ha il nostro Istituto nel tessuto sociale e formativo del territorio.

C’è un’emergenza educativa che ci coinvolge come scuola, famiglia e società ma al fine di creare un processo solidale e integrato che metta in campo ogni strategia per proteggere e curare i nostri ragazzi, formarli, renderli cittadini responsabili e consapevoli. La Scuola è solo lo specchio che riflette e filtra, spesso e purtroppo, le carenze formative di questi ragazzi che traspaiono da un’educazione non adeguata.Non siamo chiamati a fare notizia, a giudicare e condannare un intero sistema scolastico, ma a riconoscere le responsabilità che ognuno di noi deve avere come famiglia, come scuola, e come società.

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