Bar chiuso a Tempio, parla il titolare: “Non è un ritrovo di pregiudicati”

Parla il titolare del bar Risen chiuso dai carabinieri a Tempio.

Emanuele Scolafurru, titolare del bar Risen, chiuso a Tempio nei giorni scorsi, non ci sta nel sentire il proprio locale un ritrovo di pregiudicati, o più ampiamente di persone moleste. Il 31enne fa chiarezza su quanto avvenuto e fornisce la sua versione dei fatti.

“Occorre precisare che il locale non è un ritrovo abituale di pregiudicati e malavitosi. Il locale è aperto a tutti e così come prevede la legge cerchiamo di dare sempre il massimo per garantire un servizio – esordisce il titolare -. Si trova in un viale che si popola perlopiù durante l’estate. Ovvero nel periodo dove la cittadinanza, in cerca di fresco, si sposta in quella zona. Essendo l’unico locale presente sul viale è ovvia la presenza di tante persone, di tutte le età, di tutti i ceti sociali, che spesso si siedono ai tavoli, diventando di fatto, a volte solo occasionalmente, nostri clienti”. 

Scolafurru rimarca che da quando ha aperto l’attività, tante sono state le iniziative e gli eventi che, con grande fatica e risorse economiche, hanno caratterizzato il locale, con una particolare attenzione al rispetto della legge e delle ordinanze sull’orario di cessazione della musica, che peraltro conosce abbastanza bene poiché è anche un consigliere comunale.

“Difatti abbiamo sempre cessato la diffusione sonora negli orari previsti, e talvolta anche prima. Con una notevole diminuzione, nell’anno corrente, di attività di intrattenimento in quanto ben consapevoli del problema scaturito dalla movida notturna – sottolinea il 31enne -. Rispetto agli interventi dei carabinieri richiamati nel provvedimento del Questore, è opportuno precisare che  sono stati segnalati ed eseguiti su nostra specifica richiesta attraverso la chiamata alla centrale operativa. E sempre abbiamo dato la nostra disponibilità e supporto, laddove possibile, agli organi competenti. Rispetto al provvedimento di sospensione della licenza, il tutto è in mano ai legali per le valutazioni del caso“.

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