La polemica sul bonus degli 800 euro.
“Quando una Regione mette in campo una cifra così importante uno non può si può essere critici, ma voglio la serenità di muovermi in certezza di diritto”. Questo, in sunto, è ciò che pensa il sindaco di Pattada, Angelo Sini, in merito alla legge regionale che ha introdotto il cosiddetto bonus di 800 euro. Un contributo integrativo al reddito per le famiglie che si sono trovate in difficoltà economica a seguito dell’emergenza coronavirus.
Un grattacapo per molte amministrazioni comunali chiamate ad attuarla, per alcuni punti che ne rendono difficoltosa l’applicazione. Una mancanza di chiarezza che ha spinto diversi sindaci, attraverso l’Anci Sardegna, a porre dei quesiti alla stessa Regione per chiarirne i numerosi punti oscuri. Quesiti che, però, hanno avuto risposte non sempre chiarificatrici.
“Le persone hanno delle aspettative, ma leggendo la legge regionale e le FAQ che la Regione sta pubblicando e nascono mille dubbi legati a quelle che sono le reali condizioni delle famiglie – aggiunge il sindaco di Pattada -. Con le famiglie siamo a contatto noi sindaci, non gli impiegati o la giunta regionale e occorre maggiore chiarezza su come dobbiamo comportarci”.
C’è poi chi, come la sindaca di Giave Maria Antonietta Uras, ne rileva l’eccessivo impianto assistenzialista. “Il danno di questa situazione è soprattutto per le imprese che sono al collasso – commenta Uras -. Questi 800 euro per due mesi sono uno schiaffo a chi è rimasto fermo con le attività. Vogliamo continuare con questo assistenzialismo? Perché alla fine questi soldi andranno soprattutto a chi non lavora”.
Interviene il sindaco di Monti Emanuele Mutzu. “Onde evitare dubbi interpretativi ed applicazioni differenti della norma da comune a comune è auspicabile che il legislatore faccia chiarezza sulle fattispecie e categorie che hanno diritto al sussidio in tutto o in parte”, osserva.
Intanto il sindaco di Bortigiadas, Emiliano Deiana, presentando le stime di Anci Sardegna, di cui è presidente, sul fabbisogno dei fondi necessari a soddisfare le richieste per il bonus, dimostra la sua preoccupazione in merito. “La Regione dovrebbe iniziare a fare una seria riflessione sul proseguo della misura – commenta e aggiunge -. Anci Sardegna ha scritto al consiglio regionale per dipanare molte interpretazioni della norma che non sono affatto chiare sui beneficiari della stessa”.