Crisi del settore costruzioni, Confapi: “Una legge all’altezza della Gallura”

Gli investimenti in campo turistico-immobiliare potrebbero dare slancio alla ripresa

Apprendiamo con favore della riapertura di un pubblico dibattito sulla legge urbanistica regionale – dichiara Gino Salaris – che in Gallura guida le piccole e medie imprese rappresentate da Confapi.

In questi giorni abbiamo seguito con interesse gli interventi sulla stampa del Governatore Francesco Pigliaru,
dell’assessore regionale Cristiano Erriu firmatario del disegno di legge urbanistica e di Paolo Maninchedda
segretario del Partito dei Sardi. Senza entrare nel merito delle posizioni espresse, valutiamo tutti i qualificati
contributi da parte di esponenti di primo piano della politica regionale, come segnali positivi di una rinnovata
attenzione su un tema strategico per lo sviluppo della Sardegna. Il dibattito in corso ci fa ben sperare che nel testo della legge urbanistica regionale, dopo i necessari aggiustamenti in commissione, trovi completa
definizione anche l’accordo politico indispensabile a traghettarne il passaggio in Consiglio regionale fino
all’approvazione in tempi ragionevolmente brevi – sottolinea Salaris -.

Dopo dieci anni di crisi una flebile ripresa tocca alcuni settori e solo una parte del nostro paese, ma le
imprese sarde del comparto costruzioni le più duramente colpite dalla recessione scontano anche il peso del vuoto normativo e regolamentare seguito al piano paesaggistico regionale, alla mancata proroga del piano
casa e all’ulteriore anno di stallo legislativo dopo l’adozione in Giunta regionale del disegno di legge Erriu nel
marzo 2017. I dati nazionali che fotografano l’andamento del settore costruzioni sono tristemente noti e in
Sardegna drammatici.

Fonti di organizzazioni datoriali e sindacali rilevano nel decennio 2008-2017 il crollo verticale dell’edilizia in Sardegna attestando la perdita di 18.000 posti di lavoro fra buste paga dirette e indirette dell’indotto. L’Edilcassa Sardegna, cui aderiscono le aziende edili di Aniem Confapi e altre sigle imprenditoriali del settore, certifica che rispetto all’anno base 2008 alla fine del 2017 hanno chiuso 1.388 imprese, il numero di occupati è crollato di 8.102 unità con una flessione del – 57,55% delle ore lavorate.

Stimiamo che l’assenza di strumenti adeguati di programmazione urbanistica e di una regolamentazione
degli interventi edificatori abbia contribuito fortemente al declino dell’intero settore, la cui drammatica
rappresentazione rilevata dai dati ufficiali non può lasciare indifferenti i nostri decisori politici. A questi
chiediamo di non rinviare ulteriormente il varo di una normativa che, insieme alla necessaria salvaguardia
paesaggistica e ambientale, tracci in modo inequivocabile le direttrici di uno sviluppo urbanistico equilibrato
ed eco-sostenibile.

Esigenza fortemente avvertita in Gallura dove i rilevanti investimenti in programma nel campo turistico-immobiliare potrebbero dare slancio alla ripresa, anche dell’edilizia residenziale, con benefici effetti di ritorno sul sistema economico regionale. Piccola o grande che sia, l’impresa nell’incertezza non investe capitali, non crea posti di lavoro duraturi e benessere economico diffuso. La realizzazione di un piano industriale di qualsivoglia dimensione richiede un quadro normativo di riferimento fatto di regole e tempi certi, incardinato in iter burocratici snelli ed efficienti, idonei a fugare dubbi o differenti interpretazioni in fase di concreta applicazione.

Attendiamo fiduciosi – conclude Salaris – una legge all’altezza del valore paesaggistico della nostra Isola ma anche delle grandi potenzialità di sviluppo diffuso e sostenibile che questo patrimonio rappresenta in
particolare nel turismo, ancora sottodimensionato nei livello di qualità dei servizi e nel numero dei posti letto
delle strutture ricettive, per poter adeguatamente competere con altre realtà. Auspichiamo, infine, una legge che nel suo articolato non sia risultato di compromessi con sterili posizioni figlie del pregiudizio, ma di una classe politica matura e capace di affrontare i problemi della Sardegna con senso di responsabilità e visione del futuro.

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