Scambiavano e diffondevano materiale pedopornografico: tre denunce

L’incubo di una giovanissima di Cagliari.

Tre minorenni di 15 anni, uno residente a Napoli, uno residente a Reggio-Calabria ed una minorenne residente in provincia di Pesaro-Urbino, sono stati denunciati dalla polizia di stato per detenzione di materiale pedopornografico, mettendo fine ad un vero e proprio incubo per un’altra minorenne.

L’attività investigativa è stata svolta dalla polizia postale e delle comunicazioni di Cagliari ed è nata dalle denunce sporte, alla fine dello scorso anno, dalle madri di due minori che hanno ricevuto, sui loro telefoni cellulari tramite Whatsapp, diverso materiale di natura pedopornografica, consistente in tredici file (cinque video e otto fotografie a sfondo sessuale). I files sono stati inviati ai due minori da un profilo associato ad una numerazione false, cioè da un account creato con una utenza telefonica estera generato tramite apposite App, con la chiara indicazione che si trattava di materiale autoprodotto da una loro compagna di classe, frequentante un istituto scolastico di Cagliari, unitamente a foto e video ritraenti atti di autolesionismo.

Gli agenti hanno inizialmente proceduto all’identificazione ed al rintraccio della minorenne ritratta nei video, che è stata trovata in una situazione di grave disagio psicologico, motivo per cui sono state immediatamente allertate le strutture di sostegno. Dall’attività di analisi tecnica eseguita sul dispositivo mobile sequestrato alla minorenne, si è accertato che la stessa era in contatto con i cosidetti  flamers, soggetti che, all’interno dei gruppi social, inviano messaggi volutamente offensivi, denigratori e umilianti nei confronti di uno o più partecipanti alla chat di gruppo, scelti come bersaglio, con l’obiettivo di annientarli psicologicamente, facendo leva sulle loro fragilità, fino ad indurli ad atti di autolesionismo ed ad intenzioni suicide. 

L’attività di indagine, nonostante i più attivi partecipanti alle chat si siano celati dietro degli account falsi di Whatsapp, ha permesso di identificare gli utilizzatori dei profili che hanno intrattenuto conversazioni virtuali con la minore e che l’hanno indotta a produrre e a condividere, con i leaders dei flamers, il materiale che poi è stato inoltrato, all’insaputa della stessa, ai suoi compagni di classe.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari ha emesso i decreti di perquisizione personale, locale ed informatica nei confronti dei tre minori (due maschi ed una femmina) che ha portato al sequestro di 5 telefoni cellulari ed un notebook, dalla cui sommaria analisi iniziale si è avuta una prima conferma della presenza di materiale pedopornografico, di immagini e video di autolesionismo.

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