Ferito da un tubo artigianale a pallettoni a Calangianus: gli animalisti chiedono pene più severe

Sulla vicenda sono in corso le indagini dei carabinieri.

Tubo artigianale armato a pallettoni, cappi metallici, tagliole, finanche esche esplosive. L’elenco degli armamentari del bracconiere italiano potrebbe ancora continuare. Questo il commento del CABS dopo che un cercatore di funghi è rimasto ferito da un pallettone nel territorio di Calangianus.

Il micidiale proiettile sarebbe stato esploso da un rudimentale tubo di ferro appositamente modificato. In genere tali strumenti vengono attivati da un filo metallico ove inciampa il malcapitato animale come lo sfortunato passante. La trappola solitamente è piazzata per la fauna di grossa taglia, più spesso cinghiali, attirati da una abbandonate pastura.

Sulla vicenda di Calangianus stanno indagando i carabinieri ma è grave che ancora oggi bisogna assistere a casi di questo genere che la dicono lunga sulle reali dimensioni del bracconaggio italiano. “Nel nostro paese – hanno affermato i protezionisti – viene piazzato di tutto, fino alle trappole più pericolose e potenzialmente mortali. Eppure – ha denunciato il CABS – le previsioni di legge non sono all’altezza della situazione tanto da indurre gli uffici europei ad aprire nei confronti dell’Italia un fascicolo propedeutico alla procedura d’infrazione. Evidentemente – ha aggiunto il CABS – non sappiamo difendere il nostro patrimonio faunistico e non solo, visto quanto successo a Calangianus”.

Il CABS ha più volte invitato il legislature ad introdurre nella legge sulla caccia i reati-delitti in aggiunta a quelli, come ora previsto, di semplice contravvenzione. “In Italia – ha concluso il CABS – l’uccisione e maltrattamento dei animali d’affezione è punito con reati-delitti. Perchè la stessa cosa non deve avvenire per le specie appartenenti alla fauna selvatica?”.

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