Bardanzellu, Cassitta e Cossu: gli eroi della Resistenza della Gallura e l’antifascismo in quel 25 aprile

La Liberazione in Gallura.

Il 25 aprile 2020 si celebra il 75esimo Anniversario della Liberazione dal nazi fascismo, uno tra i momenti più importanti della storia italiana recente. Bisogna subito chiarire che, come la gran parte delle celebrazioni, il 25 aprile è una data simbolica e che l’avanzata delle forze alleate e dei partigiani italiani è continuata per qualche altro giorno, fino alla fine del mese.

Un 25 aprile sotto tono nei comuni della Gallura, nessuna corona per festeggiare la Liberazione

È molto difficile, tuttavia, comprendere la portata del 25 aprile 1945 senza tener conto dei drammatici giorni dell’8 settembre 1943, in cui il re d’Italia Vittorio Emanuele III firma l’armistizio con le potenze Alleate. Il governo Mussolini è caduto da qualche mese e al suo posto si è insediato il generale Pietro Badoglio, intanto gli anglo-americani sono già sbarcati in Sicilia e hanno iniziato la risalita della penisola.

All’8 di settembre 1943 il sud Italia è nelle mani degli Alleati e dopo la firma dell’armistizio la famiglia reale e il nuovo governo Badoglio si rifugiano a Salerno, lasciando drammaticamente la Capitale nelle mani delle truppe tedesche. Solo quattro giorni dopo la Germania di Hitler, attraverso l’Operazione Quercia, libera Mussolini, incarcerato sul Gran Sasso. Nasce così la Repubblica Sociale Italiana, meglio conosciuta come Repubblica di Salò.

È nel quadro drammatico di un’Italia lacerata e divisa che si consumano gli ultimi due anni di guerra che porteranno alla giornata che oggi ricordiamo. I partigiani costituiscono il Comitato di Liberazione Nazionale e si rifugiano in montagna, conducendo prevalentemente azioni di guerriglia strategica contro le truppe tedesche e della RSI, mentre gli Alleati anglo-americani risalgono la penisola dal “Regno del Sud”. Le azioni di guerriglia partigiana saranno continuamente vendicate dai tedeschi attraverso le rappresaglie su quelli che non erano solamente civili, ma le stesse comunità di origine di molti di loro.

Il 19 aprile i partigiani liberano Bologna, due giorni dopo Ferrara, poi Parma, Reggio Emilia, Modena. Il 23 è la volta di Genova e il 25 Milano insorge e viene liberata l’intera Lombardia, il 28 aprile anche Torino e il Piemonte sono nelle mani del CLN. In tutte le città gli alleati arrivano con diversi giorni di ritardo rispetto alle azioni partigiane. Non solo partigiani, ma contadini, operai e semplici cittadini si uniscono e insorgono contro l’invasore tedesco.

Posta così, potrebbe sembrare che la vicenda della Liberazione riguardi solo l’Italia peninsulare e forse ancor di più l’Alta Italia. Ma non è così, tutta l’Italia fu coinvolta dalla Resistenza, da Napoli, liberatasi soprattutto grazie ai suoi “scugnizzi” alla Sardegna e alla Gallura, con i tanti uomini che lasciarono l’isola per imbracciare le armi, le battaglie che si combatterono nelle acque e sui suoli sardi, e i grandi nomi dell’antifascismo internazionale di Antonio Gramsci e Emilio Lussu.

Nelle schede biografiche redatte dell’ANPI sono cinque i nomi di galluresi riconosciuti come eroi della Resistenza. Sono Battista Bardanzellu di Olbia, Antonio Cassitta di Calangianus, Fausto Cossu di Tempio, Elio De Cupis di Aggius e Mario De Martis, nato a Sassari dalla storica famiglia tempiese. Ma la ricerca storica prosegue, continuando a regalarci nuovi nomi e nuove storie di uomini e donne che fecero la storia d’Italia.

Ai partigiani armati si aggiungono tutti gli antifascisti galluresi, perseguitati e schedati dal regime. Fra loro è impossibile non ricordare il canonico Francesco Doranti di Tempio, strenuo oppositore al fascismo e tenuto di continuo sotto sorveglianza e Alessandro Nanni noto come il “Socialista di Dio”, tempiese di nascita e olbiese di adozione che venne incarcerato per ben 28 volte per atti e discorsi contrari al regime.

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