Dopo l’impennata di contagi Olbia si divide sulle lezioni in presenza a scuola. Nizzi: “I sindaci non hanno potere”

La discussione sulle lezioni in presenza a Olbia.

Bambini a lezione in presenza? Dopo l’impennata di contagi a Olbia i genitori si dividono. C’è chi vorrebbe che i figli tornassero a seguire le lezioni con la modalità della didattica a distanza per paura di eventuali focolai e dopo l’entrata in vigore della zona rossa. Altri, invece, sono favorevoli alle lezioni in presenza.

“Molti genitori e i bambini della mia scuola erano contenti della dad – spiega Sonia Biddau, rappresentante di classe nella primaria di via Roma -, anche perché quest’anno, per fortuna, ha raggiunto tutti gli alunni. È vero, però, che non tutti sono favorevoli, perché alcuni di loro non sono concordi nel portare i bambini a scuola in questa situazione”. In alcuni istituti, infatti, per protesta, alcuni genitori non hanno mandato i propri figli a scuola o chiedono che sia attivata la dad.

Nella scuola di Maria Rocca, invece, molti genitori sono concordi nel mandare i propri figli a scuola. “Sono una mamma molto presente, una è alla materna e una all’elementare – ha detto Valentina Demuro, rappresentante di classe della scuola di Maria Rocca – e percepisco sicurezza nella scuola, con protocolli rispettati rigorosamente. I bambini, anche di prima, escono con la mascherina perché sanno che devono rispettare le regole. Io sono tranquilla se mia figlia frequenta in presenza e penso che il genitore che non vuole portare il bambino a scuola è lo stesso che in zona rossa va al bar. Sarebbe triste chiudere di nuovo i bambini in casa e non farli socializzare”.

La spaccatura tra favorevole e contrari è arrivata anche sul tavolo del Comune al punto da portare il sindaco Settimo Nizzi a fare alcune puntualizzazioni. “A seguito delle tante osservazioni riguardanti la scuola in presenza fino alla prima media – ha detto il primo cittadino – , la normativa stabilisce che sindaci e presidenti di Regione non possano applicare norme restrittive. Al momento è quindi illegittima la chiusura, se non in presenza di focolai. Diverso il problema del parco”.

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