Giornata del mare, a La Maddalena si studiano i cetacei come indicatori di salute

Giornata del mare: Sea Me Sardinia a La Maddalena studia i cetacei

Per la Giornata nazionale del mare, da La Maddalena spiegano perché il suo stato di salute è indicato anche dai cetacei. A parlare è Luca Bittau, Presidente di Sea Me Sardinia, con sede a La Maddalena, ma operativa in tutta la regione. L’Associazione si occupa di promuovere la tutela e la conservazione delle popolazioni di cetacei attraverso la ricerca e la divulgazione. Naturalista e Dottore di ricerca, il Presidente spiega: “I cetacei sono molto importanti negli ecosistemi marini. Sono animali longevi: piccoli cetacei vivono anche fino a cinquant’anni, mentre i grandi anche oltre gli ottanta”. Per questo sono validi indicatori dei cambiamenti del mare sul lungo periodo. Inoltre, sono al vertice della catena alimentare. Questo, per esempio, permette di rintracciare nei loro tessuti sostanze come pesticidi e metalli pesanti. Che entrano nella catena alimentare attraverso gli organismi più piccoli di cui si nutrono. Inutile dire che queste specie sono anche vittime dei rifiuti.

Risale a cinque anni fa l’impressionante ritrovamento a Cala Romantica (Porto Cervo) di un capodoglio femmina, incinta spiaggiato con 22 kg di spazzatura nello stomaco. Attualmente, dunque, questi mammiferi marini sono molto vulnerabili. In relazione a quelli presenti nel Mar Tirreno centrale, è molto importante uno studio che SEA ME Sardinia sta portando avanti ormai da dieci anni. Iniziato con la collaborazione dell’ormai soppresso DIPNET dell’Università di Sassari, questo studio è poi proseguito grazie a Orso Diving, al Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena e ad altri gruppi di ricerca. Oggetto dell’indagine è la popolazione di cetacei del Canyon di Caprera, una zona a circa venti miglia a Nord Est di Caprera, da cui prende il nome perché è il punto sulla terra ferma a essa più vicino.

“È la prima volta che questo habitat marino e la zona circostante viene sottoposto a studio scientifico. È ricco di biodiversità – continua il dottor Bittau – e le osservazioni condotte ci hanno permesso anche di rilevare dei cambiamenti nella quantità di cetacei. Purtroppo, è evidente la riduzione di alcune specie”. Quello che il team di SEA ME Sardinia ipotizza è che la causa di questa diminuzione possa risiedere negli effetti dei cambiamenti climatici, tra cui le continue ondate di calore. Senza trascurare il fatto che l’area è esposta a un intenso traffico navale ed è interessata dalla pesca d’alto mare, sportiva e professionale con palangari e strascichi.

Le osservazioni di lungo periodo condotte da SEA ME Sardinia si sono incentrate soprattutto sullo zifio, un cetaceo classificato come Vulnerabile nella Lista Rossa IUCN per la sub popolazione del Mediterraneo. Lo zifio è un cetaceo localizzato, cioè predilige solo alcune aree marine ed è particolarmente sensibile all’inquinamento acustico. Quello prodotto dai sonar a media frequenza, per esempio, ne causa molto spesso lo spiaggiamento. Tuttavia, Canyon di Caprera è plausibilmente un’area adatta a questo cetaceo e gli studiosi hanno potuto raccogliere moltissimi dati. La ricerca, basata sul duro lavoro dei volontari, è ora al vaglio della comunità scientifica ed è prossima alla pubblicazione su una rivista scientifica internazionale.

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