Due giovani di Olbia bloccati in Malesia durante il coronavirus: “Abbandonati dal nostro Paese”

La storia di due giovani di Olbia bloccati in Malesia.

Sono bloccati dall’altra parte del mondo. Chiusi in un appartamento di Kuala Lumpur, la capitale della Malesia, nel sudest asiatico, nel mezzo dell’emergenza del coronavirus. Stavano cercando di rientrare a casa loro, a Olbia. Il coronavirus, la quarantena forzata in tutto il mondo, il blocco dei voli li ha intrappolati in una situazione che sembra senza via d’uscita.

L’ambasciata non li aiuta, la Farnesina gli ha indicato l’unico volo disponibile, per la cifra record di 2400 euro. Ma loro, Oscar Asara e Laura Curreli, due giovani di 29 anni di Olbia, tutti quei soldi non li hanno in tasca. Hanno trascorso l’ultimo anno in Australia per lavoro e, scaduto il Visto sul passaporto, hanno pensato di iniziare a girare tra le nazioni dell’Asia, prima di tornare in Sardegna.

L’emergenza coronavirus ha stravolto i loro piani e li ha bloccati in Malesia. “Ci siamo messi in contatto una prima volta con l’ambasciata italiana del posto per capire qual era la cosa migliore da fare – racconta Oscar – e ci hanno risposto che era meglio prendere, se riuscivamo, un volo per tornare a casa. Ci hanno suggerito dei voli che non arrivavano in Italia e avevano delle cifre esorbitanti. Ma noi, che siamo disoccupati, non potevamo permettercelo”.

Così hanno deciso di aspettare, sperando che la Farnesina potesse trovare una soluzione migliore. Ed in effetti, qualche giorno dopo, vengono ricontattati dall’ambasciata. Gli proponeva un volo diretto per l’Italia, ma dicendogli che prima bisognava fare il tampone.

Il tampone i due giovani lo hanno fatto e gli è costato anche 150 euro a testa, ma quando gli hanno detto il costo del biglietto del volo per l’Italia è arrivata la nuova doccia fredda: 1200 euro a testa. “Tutti quei soldi non li abbiamo. E adesso siamo bloccati qui, con gli ultimi risparmi. Non c’è nessuno che ci aiuta a tornare a casa. Questo è come siamo trattati noi italiani all’estero dal nostro Stato”, conclude Oscar.

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