In Sardegna solo il 46,5% delle donne lavora, colpa del sessismo

lavoro Olbia

Gli interventi della Regione per l’occupazione femminile.

Non solo la Sardegna è lontana dalla media europea per occupazione femminile, ma perfino dalla media nazionale. Se in Italia lavora soltanto il 50,8% delle donne, nell’Isola la percentuale scende al 46,5% distanziandosi di 4,3 punti percentuali. Dunque, nella regione meno della metà delle donne svolge un lavoro retribuito.

A pesare, oltre al difficile mercato del lavoro in Sardegna, è ancora il sessismo. Nell’Isola infatti, come in Italia, la causa è l’assistenza e cura della casa che appare significativamente sbilanciata. L’80% delle donne si dedicano alla cura della casa quotidianamente, contro il 20% degli uomini. Questo divario, a causa di stereotipi di genere e carenza di servizi, cresce nell’area del Mezzogiorno, compresa la Sardegna, che ha comunque un tasso di donne occupate maggiore rispetto al resto del Sud.

Per questo motivo, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore del Lavoro, Ada Lai, ha approvato, nell’ultima seduta, le linee di indirizzo per gli interventi a sostegno dell’occupazione femminile. Per raggiungere questo obiettivo è stato istituito anche premio annuale, dedicato alle donne che si distinguono nel proprio lavoro in termini di innovazione  ed intraprendenza.

Gli interventi sono volti a incoraggiare l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro, superando tutti quegli ostacoli che tengono lontane le donne sarde dalla partecipazione economica. “Questi dati dimostrano che il talento femminile è mortificato – afferma l’assessore Lai – e la presenza di evidenti squilibri di genere nel mercato del lavoro. L’assessorato del lavoro corre ai ripari con un pacchetto di misure volte a favorire la piena partecipazione delle donne nel mercato del lavoro. Ciò si prospetta in linea con la Strategia Nazionale per la parità di genere 2021/2026 e il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il nostro obiettivo – spiega l’esponente dell’esecutivo Solinas – è quello di  aiutare le donne ad esprimere il loro potenziale. Incentivare il loro inserimento nel mercato del lavoro e di sviluppare una rete di welfare capillare, che aiuti le lavoratrici a conciliare il lavoro con la vita personale e familiare”.

Dai Bonus assunzionali in settori strategici nell’economia regionale, agli incentivi all’imprenditoria femminile e all’autoimpiego, attraverso il ricorso al micro-credito e ai prestiti fiduciari e partecipativi. Dai voucher di conciliazione, come contributo economico alle famiglie per la copertura degli oneri della cura e all’assistenza ai bambini e agli anziani. Fino alle sovvenzioni agli asili nido e ai doposcuola. Non mancano azioni di sostegno al welfare aziendale e territoriale, come gli incentivi ai datori di lavoro che intendano attivare piani di sviluppo organizzativo per l’acquisizione della certificazione della parità di genere. Senza dimenticare gli interventi mirati all’orientamento e alla formazione professionale per sviluppare le competenze necessarie per valorizzare il proprio talento e inserirsi nel mondo del lavoro, nonché il potenziamento degli interventi in favore delle donne vittime di violenza o in situazioni di disagio sociale.

La delibera prevede anche l’istituzione di un ‘Premio annuale Donna e Lavoro’ dedicato alle donne che si distinguono nel proprio lavoro in termini di professionalità, innovazione ed intraprendenza, intestato ad Francesca Sanna Sulis, filantropa, imprenditrice, nonché sostenitrice dei diritti delle donne, tanto da introdurre, nel ‘700, il nido aziendale per le sue dipendenti

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