A Olbia e Tempio chiuse decine di negozi in dieci anni, i dati allarmanti

centro Olbia

I negozi abbassano le serrande a Olbia.

Numerose insegne si stanno spegnendo, chiudono i negozi a Olbia e in Gallura. A soffrire sono soprattutto negozi storici e piccole imprese, mentre crescono i bar, ristoranti e il settore dei servizi, specialmente nei centri storici. A Olbia, in particolare, aumentano delle attività gestite da stranieri.

E’ l’analisi effettuata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Lo studio è stato svolto in diverse province del Paese, mentre in Sardegna è stato effettuato a Cagliari, Sassari, Oristano, Olbia, Tempio, Carbonia, Lanusei e Iglesias.

Il report mostra che la crisi per il commercio è cominciata dopo il 2012 ed è peggiorata dopo la pandemia, dove le chiusure sono state maggiori. Lo scorso anno in Italia hanno chiuso quasi 100mila attività di commercio al dettaglio e oltre 15mila le imprese di commercio ambulante.

Riqualificazione per fermare le chiusure dei negozi a Olbia.

Nel 2024 le imprese chiuse salgono rispettivamente a più di 110mila e a oltre 24mila. “Prosegue la desertificazione commerciale delle nostre città, un fenomeno che riguarda soprattutto i centri storici dove la riduzione dei livelli di servizio è acuita anche dalla perdita di commercio ambulante. Il commercio rimane comunque vitale e reattivo e soprattutto mantiene il suo valore sociale. Rimane, in ogni caso, prioritario contrastare la desertificazione commerciale con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. In questa direzione vanno il progetto Cities di Confcommercio e la rinnovata collaborazione con l’Anci a conferma del nostro impegno per favorire uno sviluppo urbano sostenibile e valorizzare il ruolo sociale ed economico delle attività di prossimità nelle città”: è il commento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

La situazione a Olbia.

Anche a Olbia calano le attività commerciali, anche se è più contenuto rispetto ad altre realtà dell’Isola. Lo studio, mette in evidenza come dal 2012 al 2023 ci sia stato un calo del numero di alcune attività commerciali nel tessuto urbano. In particolare nel 2012 c’erano in città 490 imprese nel centro storico, contro le 451 del 2023, nel settore “commercio al dettaglio” Solo nel 2019, periodo prepandemico, le attività erano 486, ovvero con un lieve calo rispetto a poco meno di dieci anni prima.

La situazione si è invertita dal 2012 per quanto riguarda le attività fuori dal centro storico, ma dopo la pandemia hanno cominciato a calare. In particolare nel 2012 c’erano 192 negozi, saliti a 210 nel 2019 e poi calati a 182 nel 2023.

Diversa è la situazione riguardo alle strutture ricettive come bar, ristoranti in città. Dal 2012 sono passate da 350 a 408 nel centro storico. E’ visibile a tutti come negli ultimi anni il centro storico si sia popolato di bar e altre attività commerciali ricettive, ma l’incremento è avvenuto anche fuori dal cuore della città, passando dalle 193 (2012) alle 238 (2023), resistendo alla pandemia.

Purtroppo sono calati gli hotel, passando dai 30 (2012), ai 21 nel centro storico2. Dal 2019 ad oggi sono stati chiusi 4 alberghi. Sarà l’effetto della pandemia? Comunque non è una bella notizia in una città a vocazione turistica che calino i posti negli alberghi. Tuttavia, sono cresciute forme alternative di alloggio, passando da 26 nel centro (2012) a 56 (2023).

Chiudono negozi e attività a Tempio.

Il terzo più grande centro della Gallura, ovvero Tempio Pausania, soffre ancora di più per questa desertificazione commerciale. Da 144 imprese nel centro storico del 2012 si è passati a 111, mentre fuori dall’area principale della città da 40 si è passati a 25.

Allo stesso modo di Olbia crescono però le strutture ricettive, considerando più conveniente investire per attività molto remunerative a causa del turismo. Così il ricettivo sale da 62 (2012) a 84 (2023) nel centro storico. Nelle aree non centrali da 17 a 22. La pandemia ha fatto chiudere diverse imprese e Tempio ne ha perse 2 nel centro e 2 nella periferia.

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