La sanità in Gallura.
Continua a preoccupare la grave situazione della sanità in Gallura, soprattutto in vista della stagione estiva. Il personale nei presidi di La Maddalena, Olbia e Tempio è ridotto all’osso.
La situazione negli ospedali.
A Olbia, in particolare al pronto soccorso mancano sei infermieri e operano 10 medici, di cui 4 coprono i turni del presidio di Tempio Pausania. Come segnalato anche dal sindaco Nizzi al Giovanni Paolo II c’è una grave carenza di anestesisti: nell’organico ce n’è soltanto uno e resta difficile garantire interventi chirurgici e parti cesarei o con epidurale.
Situazione difficile anche all’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena dove nel turno notturno è presente solo un medico, che viene supportato da un altro collega durante le emergenze.
La carenza di personale a Olbia si riscontra anche al laboratorio analisi, al pronto soccorso e nel reparto anatomia patologica, che è stato depotenziato e “trasferito” al Mater Olbia per accreditamento, dove però non riescono a gestire casi più gravi.
Preoccupazione per la tenuta della sistema sanitario in Gallura arrivano da più fronti. Settimane fa il sindaco di Olbia Settimo Nizzi ha sollecitato la Regione a integrare l’organico al Giovanni Paolo II, mentre il consiglieri regionali Roberto Li Gioi e Michele Ciusa hanno chiesto una convocazione urgente della Commissione Sanità.
Un problema presente da anni.
Un problema che però in Gallura è presente ormai da anni e si ripresenta ciclicamente. “Non è la pandemia ad aver causato questa grave emergenza sanitaria – ha detto Luisella Maccioni di Cgil Funzione Pubblica Gallura -, è una situazione precaria preesistente, dove la grave carenza di personale ha depotenziato i servizi della sanità pubblica. Il covid ha aggravato la situazione perché con poco personale e un evento così improvviso ci si è trovati di fronte a gestire più emergenze”.
Quello che preoccupa è l’arrivo della stagione turistica. “Credo che i reparti dei pronto soccorso galluresi si troveranno in grande sofferenza – ha dichiarato -. Inoltre, ci troviamo con reparti chiusi per gli esterni, come quello della dialisi e la Tao, dove c’è un solo medico”.
“E’ responsabilità della Regione – ha proseguito -, chiediamo che faccia un piano sanitario serio, convocando tutte le parti sociali e i sindaci. E’ una situazione drammatica. Il problema è che si continua a favorire il privato, ma è importante avere anche una sanità pubblica accessibile a tutti e i medici devono essere messi nelle condizioni di lavorare bene sia per la loro sicurezza e quella dei pazienti”.