Pestato mentre consegna le pizze a Olbia, Marco racconta il suo orrore

La vicenda accaduto ad un portapizze a Olbia.

È ancora incredulo e frastornato per quanto accadutogli Marco, 34 anni di Olbia, che nella vita fa il portapizze, selvaggiamente picchiato mercoledì sera, mentre faceva una consegna. Ripercorre i momenti pre e post aggressione con lucidità, non riuscendo ancora a darsi una spiegazione per l’accaduto.

Mercoledì sera, intorno alle ore 21, arriva alla pizzeria Veronese, nell’omonima via cittadina, nella quale Marco lavora da tempo, una chiamata da parte di una donna che ordina due pizze, fornendo il proprio numero di cellulare, ma non il numero civico della consegna, prevista per le ore 22.

La ricostruzione della vicenda.

All’ora prestabilita, Marco prende le pizze appena sfornate e le porta nella via convenuta con la donna, via dei Fiori, distante appena 500 metri dalla pizzeria Veronese. La via della consegna è scarsamente illuminata e il giovane chiama la donna al cellulare, che si rivela essere una giovane bionda e riccia, sui 25 anni. Si dirige verso di lui, che la aspetta vicino alla macchina, accompagnata da un uomo incapucciato e con la mascherina sul viso, che risulta quindi non riconoscibile agli occhi del portapizze. Quest’ultimo consegna alla giovane donna le pizze, prende i soldi del pagamento in mano, li ripone nel borsellino e a quel punto avviene l’inimmaginabile.

L’uomo che accompagnava la donna spinge con forza il ragazzo contro il montante della macchina e viene raggiunto da un altro uomo, che lo picchia contemporaneamente al primo, nel frattempo caduto a terra, con una raffica violenta di calci e pugni. Nella colluttazione il portapizze perde il cellulare e alzatosi per provare a riprenderselo, viene anticipato da uno dei due aggressori che se ne impossessa e lo getta dall’altra parte della carreggiata. Riesce a fatica a reagire e sferza un pugno in faccia ad uno dei due uomini, che a quel punto si danno alla fuga.

Rientra in pizzeria e racconta l’accaduto ai colleghi: con uno di loro si reca immediatamente nel luogo del pestaggio per provare a recuperare il cellulare, che ritroverà distrutto, e cerca di ritrovare i suoi aggressori inutilmente. A quel punto il giovane allerta i carabinieri e la polizia che giungono sul posto e fanno le verifiche del caso.

Gli consigliano di rivolgersi al pronto soccorso, per refertare le lesioni subite. Così la mattina seguente si reca in ospedale. “Ho rinunciato a farmi visitare perchè un infermiere mi dice che potevano passare anche 10/12 ore prima della mia visita – spiega -. Torno dai carabinieri e questi mi dicono che non aveva senso fare la denuncia senza il referto medico. Ho deciso quindi di farmi visitare la sera stessa dalla guardia medica dell’ospedale vecchio”.

Le indagini dei carabinieri.

Nel frattempo le indagini dei carabinieri proseguono. “Mentre i due mi pestavano, la donna restava ferma ad osservare la scena. Sul momento non l’ho riconosciuta. Poi ho fatto mente locale e mi sembra di averla vista in passato in pizzeria”, ricorda il giovane.

Marco è ancora spaventato. “A parte lo spavento ed il dolore al fianco, sto bene. Sono spaventato perchè la stessa cosa può accadere di nuovo. Ai miei aggressori non ho nulla da dire, se non il fatto che io stavo semplicemente lavorando”, conclude.

Gli stessi proprietari della pizzeria Veronese non si danno spiegazioni dell’accaduto, dipingendo Marco come un bravo ragazzo e sottolineando il fatto che i portapizze lavorano a turnazione e che, quindi, al suo posto, poteva consegnare le pizze un altro collega del giovane. Insomma un mistero sul quale, si spera, si possa presto far luce.

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