Olbia, la polizia stradale non paga l’affitto della sede: il Tar la condanna adesso a saldare gli arretrati

Polizia stradale di Olbia condannata a pagare 25mila euro di affitti arretrati. Ma la proprietà dell’immobile medita il ricorso: sono pochi

La sentenza del Tar chiude l’ultimo capitolo, in ordine di tempo, che vede al centro della contesa la sede della polizia stradale di Olbia, nella vicenda che ha visto sfidarsi a suon di carte bollate la società titolare dell’edificio di via Briosco da una parte e il ministero dell’Interno e la prefettura di Sassari dall’altra. E in quest’ultima puntata il Tar ha dato ragione proprio alla società proprietaria dell’edificio, che aveva fatto ricorso per il risarcimento dei danni causati dall’esecuzione dell’ordine di requisizione del 18 dicembre 2009, emesso dal prefetto di Sassari in favore del ministero dell’Interno. Ora il Tar ha condannato il ministero dell’Interno al pagamento di 25 mila euro.

La vicenda ha inizio nel novembre 1994, quando la proprietaria dell’immobile concede in locazione al ministero dell’Interno, per un canone annuo di 106 milioni di lire, la palazzina di tre piani di sua proprietà in via Briosco, da destinare a sede della polizia stradale di Olbia. Contratto di sei anni, tacitamente rinnovabili in caso di mancata disdetta. Nel 2006 la proprietà comunica al ministero la propria formale disdetta, per cui la polizia stradale di Olbia avrebbe dovuto rilasciare l’immobile entro il 20 febbraio 2007. Cosa che non sarebbe avvenuta nei tempi previsti.

Nel settembre 2009 il tribunale di Cagliari intima lo sfratto per cessata locazione, da eseguirsi entro il 30 settembre 2009. In seguito il prefetto di Sassari emette un ordine di requisizione dell’immobile, che la proprietà dell’immobile impugna, chiedendo con successivo ricorso la condanna del ministero al risarcimento dei danni causati dal provvedimento di requisizione nel periodo intercorso dal 19 giugno 2010 al 10 gennaio 2012, quantificandolo in 219 mila euro. Ora il Tar ha riconosciuto le ragioni della proprietà dell’immobile, ma ridimensionando notevolmente la richiesta economica, quantificata in 25mila euro. Tanto che ora la proprietà dell’immobile starebbe pensando di ricorrere al Consiglio di Stato perchè, comunque, troppo pochi rispetto al valore originario del contratto di locazione.

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