Il primo maggio e i 70 anni della Cisl in Sardegna con il lavoro che manca

Una Festa dei lavoratori con molte preoccupazioni.

Il primo maggio 1950, dall’unificazione tra la Lcgil e la Fil, nasce la Cisl, con la proclamazione a Roma al Teatro Adriano. Anche in Sardegna a maggio si costituiscono le unioni sindacali provinciali.

I 70 anni di rappresentanza e protagonismo della Cisl nel mondo del lavoro dell’Isola li festeggiamo in un momento di grande emergenza sanitaria ed economica, che si riverbera pesantemente sulle condizioni di vita e di lavoro di tutti i sardi. La ricorrenza del 1 maggio, festa del lavoro, e della nascita della Cisl, non possono vedere come nel passato una partecipazione popolare adeguata, a causa delle prescrizioni sul distanziamento sociale.

“Nonostante queste limitazioni – dichiara la Cisl – l’impegno che stiamo profondendo per contrastare la diffusione del contagio e garantire la sicurezza dei lavoratori, per la tutela del reddito dei lavoratori e delle famiglie, per una strategia utile a rilanciare l’economia e il lavoro, sono un segnale forte e visibile che rinnova lo spirito e il significato sia della ricorrenza del primo maggio che le ragioni della nascita della Cisl come sindacato libero e popolare”.

“Libero perché autonomo dalla politica, popolare perché inserito e radicato in tutte le comunità della Sardegna e partecipe dello sviluppo del Paese e dell’Isola con gli stessi diritti, pur con diversi ruoli, della rappresentanza politica. Questa concomitanza non casuale, del 1° maggio e della nascita della Cisl, è un fatto certamente simbolico, ma anche evocativo della volontà di essere un soggetto di rappresentanza di lavoratori, pensionati, disoccupati, donne e uomini, che nasce nel lavoro e che attraverso la sua cittadinanza nello stato intende garantirne autonomo ruolo e dignità”.

Dal 1950 molta acqua è passata sotto i ponti e la Sardegna è profondamente cambiata, nonostante perdurino una grande quantità di problemi, la prima modernizzazione dell’Isola ha visto protagonista il sindacato con le idee, le proposte e le lotte.

“Ora, in un difficile frangente della storia, siamo di nuovo, e come altre volte, impegnati ad affrontare il presente e il futuro con rinnovata combattività e positiva speranza di superare le avversità della crisi sanitaria e delle sue conseguenze, per la ripresa del lavoro in sicurezza e per una nuova fase espansiva dell’economia”, continua la Cisl.

In questa direzione la Cisl sarda è unitariamente impegnata con la Cgil e la Uil, e in totale sintonia con le strategie sindacali nazionali, a confrontarsi con la Regione Sardegna per condividere le scelte necessarie a superare la crisi sanitaria e produttiva.

“Infatti senza una strategia unitaria tra forze sociali e istituzionali sarà impresa ardua venire a capo di una recessione economica senza precedenti e dall’emergenza sanitaria che ha radicalmente cambiato abitudini, modi di vivere e di lavorare” fa sapere il sindacato.

L’appello che in questa occasione la CISL sarda rinnova alla Regione è di dare corpo a un confronto e a un dialogo indispensabile per andare oltre la crisi e per costruire la seconda modernizzazione della Sardegna.

Come in tutti questi settanta anni i lavoratori, i pensionati, le donne e gli uomini della Cisl sono e saranno al fianco di tutto il popolo sardo e delle sue istituzioni per promuovere la giustizia sociale, la dignità del lavoro e della persona, i diritti di cittadinanza.

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